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DARKANE: EXPANDING SENSES

data

12/07/2005
68


Genere: Thrash
Etichetta: Nuclear Blast
Anno: 2002

Anche i migliori sbagliano. Tra questi, i Darkane. Debuttanti con lo sfolgorante “Rusted Angel”, ovvero come applicare i Meshuggah con tastiere agli At The Gates senza perdere un’oncia di compattezza, hanno fatto seguito con il buono “Insanity” (comunque inferiore al disco di debutto) che vedeva all’opera il nuovo, schizoide singer Andreas Sydow, l'uomo con la voce de li pazzi. “Expanding Senses” arriva a due anni di distanza ed è un platter molto atteso dagli addetti ai lavori; non si sa mai che “Insanity” fosse solo un fuoco di paglia, una specie di prova generale a senso unico di cui non era previsto il seguito. Purtroppo per tutti, fan e critici (che parolone), “Expanding Senses” delude. L’opener “Innocence Gone” ci mostra un lato della band di Helsingborg più cadenzato rispetto al solito, se vogliamo più vicino a certe composizioni dei Testament, merito anche dell’ugola di Sydow qui dannatamente vicina al ruggito/scream di Chuck Billy; il pezzo è buono, ma manca di presa e sono necessari diversi ascolti per prenderlo nel verso giusto. I restanti branii sussultano ancor più dell’opener: “Fatal Impact”, “Violence From Within” o “Chaos Vs Order” sono tuttora fantasie sfrenate di moltissime band, ma per i Darkane non è abbastanza, non dopo “Rusted Angel” e “Insanity”. Questo “Expanding Senses” in fin dei conti si potrebbe definire come un disco fine a sé stesso, come se la band avesse deciso di guardarsi allo specchio ed ammirarsi narcisisticamente lasciando da parte per un attimo la qualità del songwriting. Cosa che ci si aspetta da un Malmsteen qualsiasi, di certo non dai Darkane.

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