DARK END: DAMNED WOMAN AND A CARCASS
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04/07/2009Sono di Reggio Emilia, e propongono al pubblico una miscela di black e death metal abbastanza brutale. Come volevasi dimostrare, anche visionando un attimo i titoli del disco, questo debutto è pregno di melodia ed epicità: è quindi palese la vicinanza a bands come Dimmu Borgir e soprattutto, Cradle Of Filth. L’amalgama nel suo insieme non è niente male, gli arrangiamenti sono ben curati, senza risultare eccessivamente pompati dalle tastiere, come accade di solito. Ottimo lavoro ad esempio, nel brano "Sed Non Satiata", dove i precisi stacchi melodici si intervallano a monologhi chitarristici diretti, semplici. Quando generalmente si parla di un “prodotto sincero”, a livello musicale, si intende proprio questo. Un disco che trasuda passione, che non punta all’esagerazione né dal punto di vista grafico né musicale, che quant’altro si possa pretendere da un lavoro di una band. A prevalere in 'Damned Woman And A Carcass', sono principalmente gli intrecci tra le chitarre e la tastiera di Simone Giorgini; ogni brano è ispirato, come chiaramente suggerisce il booklet, a Charles Baudelaire e i suoi “Fiori Del Male”. Purtroppo però, il mio livello di attenzione con il disco è arrivato fino la sesta traccia, dopodiché ho cominciato a capire che il disco si sarebbe risolto in quei sei brani rimanenti, con la medesima formula artistica senza alcun rimedio per poter risollevare le sorti. E infatti, oltre che tastiere, vorticosi mid-tempo melodici e graffianti vocals, vi spetterà ascoltare anche la cover di "Love Will Tear Us Apart", scelta originalissima, mi preme dirlo! 'Damned Woman…' non è da bocciare, la band deve ancora crescere, questa è soltanto la prima prova in studio…
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