DÅÅTH: Dååth
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17/10/2010Da tanti bistrattati, da tanti altri osannati: io, sinceramente, non ci trovo niente di speciale. Che novità, eh? Non che sia un purista, un amante del metal vecchia scuola o quant’altro. Niente di tutto questo. È che ascoltare mere lezioni di stile in un disco death metal, quando posso benissimo ascoltare un disco anni ’90 che con un solo brano straccia questo di disco, non c’è nulla da fare. Sia la band in questione, sia tante altre ad oggi, possiedono un potenziale così forte che arrivano ad un certo punto in cui gli scappa di mano questa chiamiamola bravura, questa eccellenza nel saper suonare e proporci musica che si arriva a strafare. E comporre inevitabilmente musica di merda, diciamola tutta. I Dååth potrebbero spaccare i cosiddetti a chiunque, si trovano per giunta un signor batterista in line-up, e ora mi ritrovo ad ascoltare un disco pieno di doppia cassa, assoli, voci simil-Lamb Of God, stacchi thrashcore. Per carità, hanno una preparazione tecnica eccellente, da inchino: ma chi troppo vuole nulla stringe. E nel panorama metal di band così ce ne sono sicuramente altre meglio, anche emergenti. Che poi, lasciatemi concludere con questa cosa: non è il primo disco malriuscito della band. C'è qualcosa che non và, non credete?
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