CRYSTAL EYES: VENGEANCE DESCENDING
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30/11/2005Al terzo disco i Crystal Eyes decidono infine di allinearsi un po' più agli altri gruppi, oppure prima mancavano "i dineri", fatto sta che questo "Vengeance Descending" risulta esere molto meno ostico dei suoi due predecessori. Maturazione della band? Sicuramente sì, ma non solo. Singer mandato a lezione? Non credo, ma potrebbe essere. Sicuramente Dahl regala una prestazione molto più convincente su questo album che sugli altri, si potrebbe quasi dire che ha capito quale sia il suo posto ed abbia "tirato fuori i cosiddetti", insomma appare ben più sicuro nel suo ruolo, ed ecco che finalmente sappiamo quanto vale la sua voce. Non sarà incommensurabile, ma rimane una voce interessante e soprattutto valida, finalmente consapevole della propria potenza ed estensione, ed utilizzata di conseguenza. Per il resto lo stile del gruppo appare palesemente fedele a se' stesso, solo maturato, sia tecnicamente che a livello di songwriting; da segnalare come la formazione paia non aver risentito del cambio di drummer: Svantesson si adatta perfettamente alle ritmiche del suo predecessore, riuscendo a mantenere l'intelaiatura delle canzoni vicina a quella dei primi due dischi. I riferimenti ai Grandi, dai GammaRay agli Helloween, aumentano, ma tendenzialmente in misura non eccesiva (unica eccezione, l'intro e la prima parte della title-track che rasentano il plagio dai Judas Priest). Insomma l'effetto complessivo è convincente, l'impatto è quello di un disco gustoso sebbene non innovativo, e ben rappresenta il livello raggiunto dal gruppo, che può ormai considerarsi oltre la fase dei meri esordienti. Resta da vedere che direzione prenderanno ora.
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