SEPTEM: Living Storm
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20/10/2016Dopo un primo debutto interessante, mi appresto a recensire il nuovo album dei Septem con un pizzico di curiosità. 'Living Storm' è il titolo del nuovo full lenght, registrato ai Nadir Music Studios, sotto la sapiente guida di Tommy Talamanca, produttore diventato ormai punto fermo del metal tricolore. Prima di entrare nel vivo, o meglio nella musica dei Septem, volevo fare un breve inciso sulla produzione: si tratta di un lavoro acustico, nitido e pulito nonostante tutto, anche nei momenti più robusti, dove c’è bisogno di volume. Il master non perde punti, a dimostrazione che per colpire duro non sempre servono suoni troppo artefatti. Il suono è ben bilanciato, omogeneo, anche se il disco è un continuo di saliscendi tra ritmi serrati, arpeggi, melodie e parti atmosferiche. Siete in attesa ora di sapere come se la sono cavata i nostri? Dico subito che per gli amanti delle sonorità violente sono state inserite diverse parti in growl ad opera del chitarrista Francesco Scontrini, che vanno a intrecciarsi con la voce clean del bravo Daniele Armanini. Un esperimento riuscito. I Septem con questo tentativo si avvicinano allo swedish, al death più melodico, tuttavia la derivazione resta sempre quella del metal classico. Stiamo parlando di metal, e qui mi fermo, il resto conta poco. Anzi, a dire il vero quel che conta è che mi trovo a scrivere di un disco di buona fattura. Sono rimasto positivamente colpito da questo 'Living Storm', un album con molta personalità, senza brani deboli, arrangiati in maniera intelligente. Con “Lord of the Wasteland” ci addentriamo nella musica dei metallers liguri, riff massicci, drumming preciso e la costante ricerca della melodia sono il biglietto da visita della band che, come detto, si pone a metà tra un british heavy metal anni '80, mescolato a parti tipiche del death metal scandinavo. I primi tre brani mi lasciano a bocca aperta, ma non è tutto, ogni canzone ha una sua forte identità, e questo non è poco. Ho impiegato qualche minuto a trovare la giusta collocazione per i Septem, senza darmi pace. Poi mi sono detto, questo è metal, punto! 'Living Storm' mi convince, la sensazione è di voler aprire la prossima scatola, song dopo song, alla scoperta di quello che ci sarà all’interno. Ho trovato anche ondate accostabili al prog degli eighties come nel caso della seconda metà di "Milestones”, così come qualche richiamo agli indimenticabili anni '70, ad esempio con la bellissima "Waiting for Dawn". Un album che consiglio a tutti, quindi. Volete ascoltare metal classico? Avete bisogno di adrenalina? Ma non potete fare a meno delle sonorità cattive e potenti? Fermi tutti, qui c'è qualcosa che fa per voi.
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