CRYSTAL EYES: IN SILENCE THEY MARCH
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30/11/2005Un anno dopo il loro debut "World Of Black And Silver" i Crystal Eyes propongono il secondo disco, un album che fondamentalmente segue le orme del suo predecessore, pur presentando notevoli aspetti di crescita. Lo stile generale rimane quello, un Heavy Power di matrice mista, pesantemente influenzato dai Grandi della seconda metà degli anni '80, mentre si evidenzia da subito un notevole miglioramento nella produzione, che questa volta riesce a dare il giusto peso ad ogni membro della band. Questo permette di valutare in maniera più attenta la voce di Dahl, che si rivela essere, se non un talento raro, quanto meno un vocalist capace di buone prestazioni, dall'estensione superiore a quanto non potesse apparire sul primo disco. Più che altro, il suo limite sembra essere rappresentato da una certa rigidità nel modulare la voce: considerato che spesso si muove, per questo motivo, sul limite della stonatura, pur senza varcare mai il limite stesso, il risultato è quell'impronta di particolarità che permea la band, conferendole un aspetto di specifica identità, di distinzione netta tra band dai generi consimili. Il songwriting appare più maturo, capace di sfumature che riempiano il suono, distanziando quel senso di manchevolezza che faceva un po' sorridere sul loro primo lavoro; in compenso si fanno più evidenti i richiami a gruppi del calibro dei GammaRay, ma anche una cornice più tipicamente Hard Rock (sempre immancabilmente tardo ottantiana) che rende meno piatto l'ascolto. Infine fanno la loro comparsa dei passaggi lenti, ottimo contrasto ad un sound in generale più aggressivo, sebbene non sempre più veloce, di quanto sfoggiato nel primo disco.
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