CONSTRUCDEAD: THE GRAND MACHINERY
data
09/01/2006Nuovo capitolo per i Construcdead, band svedese (nella quale milita tra gli altri il batterista dei Terror 2000 Erik Thyselius) autrice di quel piccolo gioiellino passato forse troppo inosservato a nome “Violadead” nel 2003, platter che si distingueva all’epoca per potenza e originalità in un periodo dove la standardizzazione del death svedese aveva raggiunto il suo apice. “The Grand Machinery” è il diretto seguito di “Violadead”, se si esclude l’ep “Wounded” risalente al 2004. La proposta della band non è affatto variata, e il disco è un concentrato di puro thrash/death svedese purtroppo eccessivamente scolastico. I tocchi di classe che fecero spiccare i Construcdead in mezzo a tanti cloni sono qui praticamente assenti, tanto che se sul cd non fossero stampati i titoli starei dubitando seriamente di stare ascoltando una qualsiasi band svedese formatasi l’altro ieri e messa sotto contratto di default. Gli ingredienti ci sono tutti: aggressione continua sempre stemperata da riff melodici, up-tempo di facile presa e tecnica a profusione. Il risultato sono undici brani fotocopia dai quali emergono solamente l’opener “A Cog In The Machinery”, la ritmata “In A Moment Of Sobriety” e la conclusiva “Hatelist” preceduta da una strumentale davvero suggestiva, “Forever Cin”. Pezzi che tra l’altro non fanno gridare al miracolo, ma in mezzo a tanto piattume risultano i migliori del lotto, con buona pace del sottoscritto che dagli autori di “Violadead” si aspettava decisamente di più.
Commenti