CANNIBAL CORPSE: EATEN BACK TO LIFE
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11/03/2010Le putride e ammorbanti paludi della Florida hanno dato i natali a tante creature mostruose che hanno poi infestato l'underground musicale senza mostrare la minima intenzione di schiodare. La più sanguinolenta di queste mostruosità è senza dubbio la creatura di Chris Barnes e Alex Webster: i Cannibal Corpse. La più nota (e censurata) band underground al mondo ha esordito con un album niente male, non un prodotto che fa urlare al miracolo, ma senz'altro un disco onesto e violento, prodotto tipico della Florida anni Novanta. Il sound dei ragazzi a quei tempi era il più classico Death metal, violento, grezzo, cattivo, col basso sostenuto e monocorde, continui stacchetti e un riffing piuttosto sempliciotto. Melodia zero, brani brevi, potenti e implacabili come un diretto di Tyson che senza fronzoli né abbellimenti di sorta non fanno altro che percuotere senza pietà il povero ascoltatore. Basta pensare a brani come l'opener “Shredded Humans” o la successiva "Edible Autopsy", semplici e dirette mazzate made in Florida, prive di spessore tecnico o intellettuale ma strabordanti in marciume e cattiveria. Impossibile non pensare a Obituary, Deicide (il cui vocalist Glen Benton è guest in alcuni brani, insieme a Francis H. Howard degli Incubus) e compagnia brutta nelle undici tracce di 'Eaten Back To Life'. Uno dei momenti migliori del disco è l'ottima "Born In A Casket", senz'altro uno dei pezzi più amati dai fan che viene immancabilmente riproposta in sede live. La conclusiva "Buried In The Backyard" è un altro brano indimenticabile, sulfureo, selvaggio, a dir poco devastante con i suoi continui cambi di tempo e il suo riffing relativamente complesso. Per tirare le somme, ci troviamo di fronte a un lavoro senza dubbio seminale ma oggettivamente ripetitivo e carente sotto diversi punti di vista (solistica per esempio), ma questi sono difetti sui quali i nostri amati cadaveri cannibali hanno lavorato nel corso degli anni, personalizzando progressivamente la proposta, che poi ha gettato i presupposti per la nascita del cosiddetto Brutal Death. Inutile dire i guai che le copertine e i testi gore hanno causato alla band, dalle censure ai ban in alcuni Paesi (in Germania fino al 2006, ndr) alla sala prove (condivisa coi Deicide) incendiata dai soliti moralisti imbecillotti. 'Eaten Back To Life' è solo il sanguinante inizio carriera di una band che non si è mai stancata di inorridire il mondo coi suoi necropedofili e i suoi coroner deviati, che probabilmente non può essere considerato un capolavoro per i limiti oggettivi, ma dal punto di vista storico questo è oro colato.
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