KKOAUGULA: Aurum Nostrum Non Est Aurum Vulgi
data
11/03/20105/6 appartenenti ai norvegesi Manes e il restante 1/6 nella persona dell'americano P. Emerson Williams (Choronzon), che cosa ci si può quindi aspettare come sound? Un calderone informe di avant-garde? Risposta corretta e nel caso di Kkoagula il calderone è talmente informe che a confronto i vari Ulver, Solefald e Arcturus sono quanto di più classico e stereotipato ci possa essere. Difficile trovare un capo e una coda in questo 'Aurum Nostrum Non Est Aurum Vulgi' lavoro intimista dal titolo esageratamente pomposo così tremendamente difficile da digerire. Il fatto è che effettivamente non si capisce quali siano le intenzioni, quale sia lo scopo e dove finisca l'idiozia ed inizi la genialità (la linea è veramente sottile) in tutto ciò. Un mix di dark, elettronica, ambient, con qualche accenno al passato non tanto black, quanto metal dei Manes, questo è quant'è presente nell'unica (!!!) traccia audio da 55 minuti presente, una scelta artistica di dubbio gusto che, se nelle intenzioni avrebbe dovuto facilitare l'ascolto del disco evitando lo skip track, ottiene invece il risultato opposto, obbligando l'ascoltatore a sopportare tutte le sue parti, specialmente quelle che definire da colonna sonora di un futuro Silent Hill non sarebbe sbagliato con alla voce un lamentuoso / officiante ccernn, altamente trascurabile oltre che superfluo. Fosse stato un disco strumentale, con tracce ben definite di durata decente, probabilmente avrei gradito.
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