CANAAN: THE UNSAID WORDS
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16/01/2006Un tarlo che scava in profondità, nelle viscere, confezionando badili di dolore e disperazione, e che orchestra un vuoto esistenziale sotto forma di ambient algido e liturgico ed il dark più accondiscendente al doom. Parole mai dette, presente e passato che si fondono annunciando un futuro privo di luce, tormento interiore, una pioggia incessante, dentro, che segna i giorni e gli anni di un'anima opaca, grigia, che si rassegna lentamente al buio. Un tarlo che divora il Tempo, che ti consuma, che ti lacera l'età e ti trasforma in un corpo oscuro con ancora sangue nelle vene che vagabonda senza meta nei sotterranei della vita. Colonna sonora empatica, ma che non lascia scampo. Musica che si avviluppa e che insistendo nello scavare cerca la soluzione nella stessa assenza di luce che ne suscita la sofferenza, ed in quel buio rimanere in eterno perchè trionfo di una ipotetica via d'uscita. Un lamento consapevole, lucido. Una riscossa cercata lì dove risiede la disperazione dell'individuo nel tentativo di renderla necessaria dopo averla conosciuta in tutta la sua sostanza. Lo stesso identico percorso già battuto dal precedente "A Calling To Weakness", capolavoro di inestimabile dolore, e che questo nuovo lavoro riprende in egual struttura trascinandosi verso territori più melodici e verso sfumature ambient più elaborate, ma con la stessa identica dose di malinconia di fondo, la stessa arrendevolezza emotiva, la stessa liricità che rende anche questo "Unsaid Words" un canto struggente, intenso, minimale, timido ma spettrale, avanguardia sonora ma ancorato alla darkwave ottantiana, fondamentale per chiunque abbia a cuore le sorti della propria devastazione interiore. E rassegnarsi a conviverci per sempre imparando a conoscerla perchè
La vita morde forte alle spalle
e quando sorride
fa soltanto del male
Inganna, confonde, poi ti mente
accarezza poi disprezza
cancella tutto quando vuole
senza darti una risposta
senza darti un'altra volta
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