BOTANIST: Ecosystem
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26/07/2020Ritroviamo lungo il nostro percorso gli statunitensi Botanist, eclettico progetto musicale che si definisce green metal. Perché, voi direte? Le tematiche affrontate sono quelle ambientali, natura e rapporto con essa. Addentrandoci nei suoni, potremmo parlare di black metal avanguardistico, con intarsi musicale unici e difficilmente accostabili ad altre realtà. C’è forse un po’ di Norvegia, ma anche di quella capacità di rendere indefiniti i suoni tanto cara alla scuola statunitense. Strumenti insolitamente resi, pathos e poi vibranti accelerazioni sono il denominatore di un lavoro perfettamente congeniato, frastagliato di cambi di tempo e di insolite divagazioni. Improvviso deliquio ci ha portati in un universo sconosciuto, ameni pensieri che si dissolvono, pace soffusa che si frantuma d’improvviso per un’onda d’urto di emozioni. Ecosystem è la brezza che muove i rami di un anziano albero, luce del sole che accarezza il nostro viso, risveglio appagante da un torpore fatto di quotidiana rabbia, grigiore che uccide. I Botanist scoprono di sé, ad ogni ascolto, aspetti sempre inattesi, un concentrato di genialità che va oltre le definizioni. La presenza di strumenti “esotici” e le trame sapientemente intessute ci ripagano di tanti ascolti talvolta vuoti, diventando quell’uno su cento che ci fa palpitare il cuore e ci fa pensare come non ci si debba mia fermare nella conoscenza. Questo non solo nella musica, sia chiaro. Parentesi riflessiva a parte, non possiamo che consigliarvi un full-length che vi saprà rapire, scalpiccio tra il verde in cui cogliere il valore di ciò che ci circonda e troppe volte, ignoriamo. Complimenti sinceri ai Botanist, conferma di come si possa fare musica con personalità.
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