BILLY SHERWOOD: Citizen
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25/11/2015Ottimo polistrumentista la cui carriera artistica è indissolubilmente legata agli Yes, ed oggi divenuto loro bassista in pianta stabile dopo la recente scomparsa di Chris Squire, Billy Sherwood decide di pubblicare un concept che narra la storia di un cittadino alla ricerca di un'anima perduta in un viaggio temporale, e che ritrova ogni volta che ripercorre una nuova epoca storica. Analizzando il contenuto da un punto di vista squisitamente musicale non possiamo fare a meno di evidenziare un archetipo sonoro non dissimile a quello degli Yes, curato a fondo nei dettagli, che a volte cerca di svincolarsi da tale modello con l'inserimento di elementi cari alla new wave tipicamente ottantiana, e più limitatamente ad un certo pop mai sciatto o banale, dove fra tastiere, synth ed hammond non si disdegna l'uso di strumenti meno convenzionali come il violino e l'armonica. Per la realizzazione di quest'opera Billy (la cui voce, un po' à la Peter Gabriel, è presente in quasi tutte le tracce) si è avvalso della presenza di esponenti che hanno dominato la scena prog nel periodo più fulgido, colossi come Steve Hackett, Steve Morse, Rick Wakeman, Alan Parsons, Geoff Downes, Jerry Goodman: insomma, quanto di meglio si possa desiderare da un punto di vista tecnico, di esperienza e carisma. Le melodie e gli arrangiamenti di fattura veramente finissima sono la chiara testimonianza di quanto notevole sia l'ispirazione di Billy e dei suoi colleghi/amici partecipanti, forse manca un po' di intensità nel ritmo anche se questo fattore può indubbiamente contribuire a far apprezzare la ricchezza dei suoni e le variopinte sfumature in un clima pressochè di totale distensione (fa eccezione la briosa "Escape Velocity" contraddistinta dalle avvincenti keyboards di Jordan Rudess dei Dream Theater). Un'opera destinata a soddisfare in primo luogo le esigenze di chi ricerca nel prog la più totale espressione melodica e 'tecnologica', questo però rappresenta un limite non indifferente in termini di impatto sonoro e che necessita, specie per chi non è avvezzo, di uno svariato numero di ascolti per poter essere metabolizzata in pieno.
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