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ANEURYSM: SHADES

data

23/09/2007
75


Genere: Techno-Thrash
Etichetta: Old Ones Records
Distro:
Anno: 2007

Dieci anni di attività, una demo e un full lenght all'attivo. Questa, in estreme sintesi, la biografia di questi giovani musicisti scaligeri, che, forti del recente contratto con la Old Ones Records, tornano alle scene con "Shades". Già dal booklet stesso si può capire che il salto di qualità, a livello di produzione, c'è stato. E se ciò non bastasse sappiate che i veneti in questo album possono vantare un guest assolutamente di lusso: Hansi Kursch. Proprio lui, il Bardo, la storica voce dei Blind Guardian. Il genere di questi giovani veronesi non è facilmente catalogabile: l'elemento preponderante è un thrash ottantiano molto tecnico, con influssi prog alla Dream Theater,ma si sentono anche le influenze di Meshuggah, Nevermore (soprattutto) e, almeno nel cantato, System Of A Down. Quindi non è difficile immaginare lo spessore tecnico del combo veronese, con i due axe-man che costruiscono riff sopra riff, basso e batteria che "seguono" in uno sconvolgente contro-tempo. Molto ricercato anche l'aspetto melodico, che traspare anche dall'equalizzazione delle chitarre, certamente poco usuale (e aggressiva) per un gruppo thrash metal. Gianmaria Carneri è un vocalist dotato, e questo album ne è piena dimostrazione, anche se appare, in alcuni frangenti, un po' "affaticato", specie nelle tonalità alte. Avevamo parlato di mr. Kursch prima, e adesso torniamo a farlo dicendo che la galoppante traccia in cui duetta con Carneri è una delle più riuscite di tutto il full lenght. Tecnicamente parlando, forse è uno dei brani meno arzigogolati, e ricorda vagamente il sound di "Follow The Blind", dei Blind Guardian, appunto. E questo cosa potrebbe significare? Beh, forse, per quanto l'album sia suonato bene (e lo è), per quanto la produzione sia positiva e le idee ci siano, il tutto risulta un tantinello "pesante" e ripetitivo. E un po' genialoidi questi qui lo sono, e i brevi intermezzi, ora violentissimi, ora melodicissimi e dolci, ne sono piena testimonianza. Insomma, un lavoro interessante, forse anche più, ma alquanto dispersivo. Per chi della tecnica e della melodia non può proprio fare a meno.

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