AUTUMNBLAZE: PERDITION DIARIES
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14/06/2009Band tedesca che ci riprova con la formazione originale e con la stessa proposta che ha contribuito a farla conoscere al grande pubblico, soprattutto in Europa. "Perdition Diaries" è un ritorno al dark metal degli anni migliori connaturato da fughe più strettamente black, e da momenti riflessivi quando la voce pulita si staglia su note di piano e tastiere e l'atmosfera che si vive è di quelle malinconiche. Imponente il lavoro delle chitarre che ricamano riff a ripetizione dal suono indicativamente depressivo ed oscuro. Un ritorno alle origini insomma, come si diceva, probabilmente necessario visto che la svolta alternative non aveva portato i frutti sperati. Ed allora vai con brani diretti che non si perdono in mille effusioni sonore per sembrare quello che alla fine non sono. Voce stridula, screaming sofferente, poi, che atomizza l'effetto tristezza e lascia un alone opaco ed umido sulla pelle, rappresenta la perfetta maturazione di un concetto sonoro fisico ed allo stesso tempo impalpabile. Forse la produzione troppo compressa non aiuta del tutto le composizioni a distendersi. Perlopiù i brani viaggiano sempre su tempi abbastanza alti, ed un maggior dinamismo avrebbe certo giovato. Ma "Perdition Diaries" sa essere autosufficiente in tutta la sua ombrosa evoluzione grazie ad un romanticismo velato che ne valorizza l'essenza, quella di risultare decadente fino allo struggimento interiore, momento in cui la consapevolezza della sconfitta ti rende migliore, oppure ti lascia sprofondare sempre più in quella stanza buia e desolante della copertina del disco(bellissima). Questione di personalità, fattore che gli Autumnblaze ne hanno da vendere: pronti a goderla pienamente?
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