ATLAS: In Pursuit Of Memory
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10/09/2018Band giovanissima questi Atlas, messasi in mostra nel 2017 con il loro primo EP che ha riscosso molto successo e ha permesso ai cinque membri della band di firmare il loro contratto discografico. Il genere che propongono? Beh, non è molto semplice da etichettarlo in quanto mentre su alcuni fraseggi si respira aria di Toto e Journey, mentre in altri si sente il profumo progressive dei Dream Theater (seppur in brevissimi passaggi). Un bel mix, non c’è che dire! Disco che parte bene con “Samsara”, canzone energetica alla Firehouse, poi con “Bad Habit” si alza il tiro a fronte di un bel chorus melodico. Abbiamo le strofe musicalmente ”molto tirate”, pezzo molto bello con chorus che ti si stampa subito in testa. Il disco va avanti con la abbastanza anonima “Breath Me”, ed il bellissimo lavoro di chitarra su “Flesh & Blood”. I cinque ragazzi sicuramente hanno lavorato molto bene sui chorus e sulle impostazione dei pezzi (grazie anche all’aiuto di Christoffer Borg - Taste, Art Nation), dietro il mixer. Continuando ad ascoltare l’album si sentono similitudini anche con il debut dei Midnite City, seppur con tonalità meno sleaze e più solari tendenti all’AOR più puro (“Letting Go” e “Lock and Key” sono due chiari omaggi ai Work Of art”). In definitiva un buonissimo debut per gli Atlas, non la classica band scontata, ma che pur attingendo da molte band, hanno impostato un loro sound che potrebbe ricevere diversi consensi. Ssperiamo restino su questi livelli perchè le premesse per una buona carriera ci sono.
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