AT THE GATES: THE RED IN THE SKY IS OURS
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19/07/2008'The Red In the Sky Is Ours' (d'ora in poi solamente TRITSIO) è l'album di debutto degli At The Gates, ed è veramente un capolavoro nella sua complessità. Vi si incrociano diverse chiavi di lettura e diversi stili differenti, per cui non è possibile parlare solamente di death metal, sebbene elaborato e melodico, ma bisogna fare un discorso più a monte. Già in 'Gardens Of Grief' avevo spiegato quanto il sound e lo stile del gruppo fosse influenzato dal BM, specialmente quello di chitarra; in questo caso posso accostarlo a quello dei Darkthrone del primo album. Rispetto all'EP di debutto tutto viene accentuato ed elaborato: tutte le canzoni presentano intricate costruzioni con riff elaborati (a volte forse un po' troppo) e cambi di tempo repentini. Interessante è anche l'utilizzo del violino di Gesper Jarold in molteplici soluzioni, cosa alquanto limitata a questa uscita discografica, visto che in futuro gli At The Gates lasceranno da parte le atmosfere in favore delle melodie che tutti conosciamo. Non si può parlare pienamente di death metal come dicevo, coesiste anche una potente anima BM, e qualche pignolo (io) potrebbe trovarvi anche qualche riff, ma più che altro atmosfera, che oggi definiremmo come doom. La registrazione in generale è molto claustrofobica, per capirsi se le chitarre fossero state un pelo più nitide nella loro definizione sarebbe stato meglio... forse però avremmo perso un po' di atmosfera oscura... I membri del gruppo sono pronti per andare avanti verso un futuro radioso, un futuro che li porterà ad essere una delle bands più importanti di tutti gli anni '90, e questo in veramente pochissimo tempo.
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