DISMEMBER: WHERE IRONCROSSES GROW
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16/10/2007Nuova uscita per i maestri dello Swedeath, dopo il deludente 'Hate Campaign'. Come diversamente non poteva essere, i deathster di Stoccolma hanno optato per la strada dell'ultra-coerenza. Quindi nessuna novità, nessuna sperimentazione, nulla di nuovo nel sound dei Dismember. Ma questa, molti ne converranno, è la vera forza del combo. Quindi aspettatevi tiratissimi e taglienti riff accompagnati da ritmiche martellanti e incalzanti, con la solita, feroce, ugola di Karki. L'aspetto melodico delle dieci tracce del full lenght è il valore aggiunto della band, e particolarmente in questa sede, il discorso è ben elaborato. Come ben sappiamo, è agli Iron Maiden che i Dismember si rifanno, nell'aspetto melodico, e anche stavolta gli svedesi non sono da meno. L'influenza maideniana si fa sentire, sia negli sporadici e melodici assoli di Blomqvist, sia nei fraseggi che intervallano i tiratissimi e glaciali riff. Importante anche il ruolo giocato dai mid-tempos, che vanno a intervallarsi a violente galoppate, conferendo, possiamo dire, due anime all'album: una violenta e direttissima, una melodica e cadenzata. Singolari le vicende legate a questo cd, l'ultimo in cui compare Richard Cabeza al basso. Sembra, infatti, che il bassista fece in tempo a registrare solo due tracce, per poi doversi recare negli Usa per ragioni famigliari. Non potendo tornare in tempo per le registrazioni a causa delle leggi svedesi, il bassista dovette abbandonare la band e in studio fu rimpiazzato dal chitarrista. Dando un giudizio complessvo, certamente qui non si grida al miracolo, ma ci troviamo davanti a un album compatto e molto positivo, che però mi sento di consigliare solo a irriducibili fan del Death di Gothemborgh.
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