ADIMIRON: BURNING SOULS
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28/04/2005Gran bella sorpresa gli Adimiron, four-piece tricolore al debutto su Karmageddon Media con “Burning Souls” registrato ai New Sin di Loria, concentrato puro di idee e talento. Una carriera in ascesa quella degli Adimiron che dopo due soli demo autoprodotti se ne escono con un lavoro che rischia veramente di spaventare la moscia e svogliata concorrenza estera in ambito extreme/melodic; è questo sostanzialmente il territorio nel quale si muove la band nostrana, fra assalti thrash death di ottima fattura, stacchi melodici estremamente efficaci ed assoli davvero convincenti, funzionali e ricchi di pathos, mai finalizzati alla sboroneria pura (nonostante l’indubbia tecnica dell’axeman Alessandro). La dichiarazione d’intenti avviene all’istante con l’opening track strumentale “Delirium Tremehens” che, vocalizzi a parte, riassume in pieno l’Adimiron sound, tra sfuriate soniche, stop’n’go, eccellenti armonie di chitarra e passaggi semi-acustici mai fini a se stessi. In questo maelstrom sonoro appena descritto possiamo poi, nelle seguenti tracce, apprezzare la buona performance dietro il microfono di Leonardo, finalmente un singer che riesce a distaccarsi e ad elevarsi dall’omologazione canora ormai tipica del genere per la quale o si canta come Alexi Laiho o come Anders Friden (o Mikael Stanne, toh). Una prova vocale che bilancia al meglio tutte le comunque palesi influenze della band, tra Dark Tranquillity, At The Gates, Carcass e solita compagnia, non troppo dissimile dagli olandesi Detonation (da me attesissimi con l’imminente secondo album “Portals To Uphobia”) per quanto riguarda certe scelte di arrangiamento, fermo restando che il sound degli Adimiron rimane unico e se i paragoni sorgono spontanei è anche per dare un’idea, seppur minima, di quello che “Burning Souls” rappresenta. La registrazione effettuata ai blasonati New Sin Studios, una delle mecche italiane in campo di recording, mette in luce tutta la potenza e la competenza tecnica sfoggiata in continuazione dai quattro ragazzi, anche se ad onor del vero i suoni sarebbero potuti essere leggermente più rifiniti; niente di grave chiaramente, tant’è vero che sottigliezze del genere scompaiono accanto alle qualità e ai meriti degli Adimiron. Speriamo che ci si accorga finalmente che anche in Italia sappiamo andare oltre il power metal, i Rhapsody e i Lacuna Coil; “Burning Souls” è un primo passo verso questa direzione, e fa capire che supportare i gruppi scandinavi a prescindere snobbando la restante concorrenza (agguerrita e in molti casi decisamente superiore) è null’altro che una cazzata.
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