BECK, ROBIN: LIVIN' ON A DREAM
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12/07/2007E' impossibile spiegare, almeno in parole, la notevole dose di sensazioni scatenata nel sottoscritto da parte della voce di Robin Beck, una di quelle singer femminili in grado di riempire con estrema disinvoltura il cuore e l'anima in tutte le proprie sfaccettature, lasciando dietro di sé una scia fatta di puro ed indescrivibile coinvolgimento emotivo. A meno di due anni di distanza dal più che gradevole "Do You Miss Me", un vero e proprio ritorno alle incontaminate sonorità rock che l'avevano resa amata (alla fine degli anni ottanta) anche dal grande pubblico, la fascinosa Robin si rimette in pista per dimostrare, ancora una volta, l'effettiva vitalità della propria seconda giovinezza, una seconda età in cui l'imprescindibile feeling musicale si unisce in un tutt'uno ad un approccio ovviamente più maturo e conscio della nuova realtà intrapresa, convogliando tutti i sentimenti raccolti nel profondo in quella che può essere considerata come l'uscita della propria ri-consacrazione. D'altronde i presupposti non erano mai mancati, vuoi per il maggior coinvolgimento di quell'altrettanto grande marito (un certo James Christian, vi dice nulla?) nello sviluppo del disco in questione, vuoi per il prezioso contributo dato anche dall'esperienza sonora di Mr. Tommy Denander, altro vecchio volpone per cui il genere in sé mantiene oramai davvero pochi segreti; e se di questi ancora ce ne fossero, probabilmente alcuni di essi sono comparsi in maniera quasi naturale nei meandri di questo stupendo "Livin' On A Dream". Melodie ruffiane, dolci momenti più rilassati, docili escursioni strumentali ed appaganti cori a supporto, questo in sintesi il contenuto di un cd in grado di muoversi, camaleonticamente, tra frizzanti episodi di derivazione imprescindibilmente rock e ballad chiaramente create per colpire amorevolmente nei più nascosti angoli di ognuno di noi, così da ricordare, manco ce ne fosse bisogno, che la regina delle chitarre distorte intrise di cuoricini è ancora a miglia e miglia di distanza dal malinconico viale del tramonto. E permettetemi, per una volta, di mettere in secondo piano i soliti discorsi relativi a produzione, sound in genere ed altri elementi simili: qui, a farla da padrone, è il carro in cui si muovono tutte le emozioni umane, un carro composto, come ogni brano qui presente, da suadenti luci, visibili sfumature ed affascinanti colori. Il carro guidato da Robin Beck, quella avvenente principessa di un tempo ora divenuta stupenda e rispettata regina.
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