ABYDOS: ABYDOS
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29/09/2004Che bel disco questo progetto solista di Andy Kuntz, vocalist dei tedeschi Vanden Plas(band troppo sottovalutata a mio modesto avviso). "Abydos" è un lavoro strettamente incentrato sugli umori e sulle sensazioni generate dal concept, e non si perde in inutili giri strumentali pur riprendendo, inevitabilmente, certi fraseggi tipici della band madre di Kuntz. In esso si susseguono e si alternano brani che non sfigurerebbero in un musical, sinfonici con la velata malinconia gioiosa che traspare da opere musicali dal pregno hollywoodiano, ed in cui si esalta tutto l'amore per il teatro del singer. Altri ancora si presentano più pesanti ed heavy, a volte aspri ma spesso custodi di aperture che donano respiro e pathos inaspettati. In disparate occasioni, invece, lunghi brani in cui si alternano parti heavy e crescendo melodici, sprazzi di ballad e sottili sfumature progressive che rendono avvicente un disco dalle potenzialità enormi. Coaudiuvato da esperti e validi musicisti, Kuntz sceglie di chiamare la sua creatura come il luogo in cui si ritiene sia nato il teatro, Abydos, appunto, sito nella Valle dei Re in Egitto, e lo fa con uno scopo preciso: superare il dolore causa la perdita del padre. Si, perchè in quel luogo gli antichi egizi celebravano il culto di Osiride, dio che secondo la leggenda giudica i morti. Ma a dispetto di quanto si potrebbe pensare, il disco, pur avendo momenti di intensa drammaticità, è in larga parte composto da coinvolgenti frangenti di solare emotività, avvicendati da istanti quasi onirici che stimolano l'immaginazione, che sguinzagliano la mente conducendola lontano dal corpo. Una gradita sorpresa, insomma, che mette in luce qualità finora tenute nascoste di un singer ritenuto sempre di secondo piano, ma che si prende la sua bella rivincita scrivendo un disco che si pone tra le migliori uscite dell'anno in ambito prog(e scrivere "prog" è comunque un limite) e non solo.
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