YOUNG GUN SILVER FOX: Ticket To Shangri-La
Spiagge bianche, le onde che lentamente accarezzano la battigia mentre il sole tramonta e s'immerge nel mare a vista d'occhio sconfinato. Qualcuno ancora passeggia lungo la riva. L'aria si è fatta tersa, il cielo striato di colori caldi ed avvolgenti. Alte palme proiettano le loro lunghe ombre sulle strade dorate del giorno che sta per finire. Tra un cocktail e l'altro ti vedi seduto al tavolo di un bar, mentre la radio trasmette melodie sognanti che da tempo non ascoltavi, e ritrovi te stesso, quello che sei stato e quello che sei adesso nelle note di...Sunset Boulevard, la nuova rubrica di Hardsounds interamente (o quasi) dedicata alle sonorità West Coast. Pronti a viaggiare?!?
Young Gun Silver Fox. Carisma artistico da giovani pistoleri del West Coast sound, al quarto progetto musicale con ‘Ticket To Shangri-La’. Duetto inglese dalle sonorità black & soul; nella persona di Andy Platts (Mamas Gun) fisicamente dal sapore orientale, e Shawn Lee (Am & Shawn Lee, Shawn Lee’s Ping Pong Orchestra) dal sapore arabo/indiano. La loro geniale intuizione? Attualizzare il suono in primis dalle fondamenta, con una sorgente che combina il miscelare strumenti musicali (sax, tromba, trombone, etc), anche di un tempo passato (una vecchia acustica Kimbara anni ‘70 in “Sierra Nights”), con altri mezzi come voce e battito delle mani, per realizzare, con la chiave più opportuna, una canzone solare. E nella scrittura? Attingere alla normalità, al proprio vissuto, canalizzando attraverso la composizione, esperienze semplici e personali, come rigeneranti passeggiate con il cane, la visione di un film o la lettura di un libro, e l’affezionarsi a personaggi come Sancho Panza e Don Chisciotte. “Still Got It Going On” è caratterizzata da un basso sporco, rumoroso, e distorto e la sua melodia, è affidata al trombone di Nichol Thompson. La voce aggraziata di Andy Platts, paladina dell’armonia, è libera di raccontare, con seconde voci dall’effetto risonante, il ritratto di una coppia di amici scomparsi, profondamente innamorati fino all’ultimo respiro. “West Side Jet” è il tipico sound musicale da slang americano (‘West Side Story’), con fischiettio spensierato, caldi accordi spalmati tra il pizzichio delle corde di Shawn Lee, suono dance della batteria, e pillole, da tamburello a mano, che ti indicano che è giunta l’ora. Abbandona ogni preoccupazione, responsabilità e cerca di raggirare la tua mente! Canzone che comunica come un linguaggio espressivo da adolescente, influenzando il passo ritmato del tuo corpo. (Nessuno capirebbe, ma tu hai bisogno di quel mood per alleggerirti di ogni pesantezza. E non è un caso il video musicale, ambientato in un percorso da videogioco). In “Tip Of The Flame” mi accorgo che il mio ed il loro passo diventa sempre più funky (echi di Earth, Wind & Fire), ed un ritornello ad effetto cascata, onomatopeico, che gioca sulle parole e sugli echi, stimola libertà dei miei arti. Sul finale il loro battito delle mani (acuto, e controllato) crea una gamma di armonia di suoni su un prezioso cantato, (paradisiaco) arricchito da soul. Boom nel mio cuore! Con “Rolling Back”, si giunge musicalmente al varco (già, ho sempre voluto andare dietro al muro del bowling). Ti allontani dalla terra per sentire, in altra atmosfera, il loro mood: quella caratterizzazione da sound, erede del mototown degli anni ‘60, rivisitato con il pop anni ‘80 (Prefab Sprout). “Simple Imagination” è una traccia pop che potrebbe tranquillamente essere stata scritta da Paul McCartney nella sua carriera solista anni ‘80. Assolo sax di Andy Ross. Strike con la catartica “Sierra Nights”. È una delle tracce più belle dell’album. Per scomparire dalla realtà. In grado di catapultarti nel sottogenere, sound west coast psichedelico della fine degli anni ‘60. A me ricorda un gioiellino prezioso che ho scoperto e rispolvero con cura, ‘The Wizard From Kansas’ del quintetto omonimo (anche loro “giovani pistole” in quanto sconosciuti, influenzati da nomi come Love, Jefferson Airplane e The Grateful Dead). Ritroverete quel sound rilassante, in grado di farvi affrontare momenti di crisi, in più tracce: nelle armonizzazioni vocali di “Lodestar”, nel raffinato assolo di armonica di Pat Levit in “Winners”, in generale nella potenza del suono, e nei favolosi arrangiamenti di trombe di Tom Walsh e Mike Davis. Gli ironici YGSF li consiglierei ai nostalgici del soul, pop, R&B, associato alla Detroit Mototown Records di Stevie Wonder, Lionel Richie ed i suoi Commodores, Jr. Walker & The All Stars, etc e del funk contagioso scozzese degli Average White Band.
P 2022 - Legere Recordings
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