DAWN PATROL: Bring On The Good Times
Spiagge bianche, le onde che lentamente accarezzano la battigia mentre il sole tramonta e s'immerge nel mare a vista d'occhio sconfinato. Qualcuno ancora passeggia lungo la riva. L'aria si è fatta tersa, il cielo striato di colori caldi ed avvolgenti. Alte palme proiettano le loro lunghe ombre sulle strade dorate del giorno che sta per finire. Tra un cocktail e l'altro ti vedi seduto al tavolo di un bar, mentre la radio trasmette melodie sognanti che da tempo non ascoltavi, e ritrovi te stesso, quello che sei stato e quello che sei adesso nelle note di...Sunset Boulevard, la nuova rubrica di Hardsounds interamente (o quasi) dedicata alle sonorità West Coast. Pronti a viaggiare?!?
Musica troppo lenta da ballare, ma che ti risveglia timidi movimenti del corpo; sfiziosa, dal ritmo soul, cristallino e accentuato, con partizioni di sax, chitarre fluide, vibrafono, tre voci interscambiabili e falsetto ad arricchire la melodia per scenari aerei sognanti. Dai Paesi Bassi ‘Bring On The Good Times’ è l’album d’esordio soft rock della band Dawn Patrol. Progetto creativo dalle molteplici ispirazioni, figlio della passione dei suoi componenti per questo genere. Aleggia la profonda stima del cantante e sassofonista Lo Van Gorp per gli Steely Dan. A mio giudizio viene ripreso il sapere Airplay, orientando il suono, per il gusto dei fiati e delle fattezze soul, più verso il versante West Coast che AOR. E dalla padronanza degli State Cows viene assimilato e riproposto il dono di contestualizzare il sound West Coast degli anni ‘70-‘80 con la produzione e le tecniche di mixaggio di oggi; compito affidato al musicista e produttore olandese Phil Martin. L’essenza dei Dawn Patrol è una continua ricerca di composizione di musica divina, finalizzata a circondare l’ascoltatore di una facile realtà (comfort music). Leggere virate alla Stevie Wonder per il suo fare di allontanarsi dal resto della melodia, in voli alti su un paesaggio dal smooth groove (“Keep On Believin’“). Basso dancing pop dal suono ricco, ma non rumoroso (“Take The Shine”). Accorgimenti jazz con planate di tromba su scintillante mood (“Blossom”). Il ritornello pop e scanzonato alla Alan Sorrenti (“Back Against The Wall”).
Composizioni introdotte da chitarre fulminee (“One More Try”). Affidano la melodia alla semplicità di una chitarra acustica accoppiata con l’effetto glissato (slide) di un’elettrica (“Never Giving Up”), a sax/tromba danzanti (“Donnie”), o ad un soul funky (“Before It Started”). Queste sono alcune delle loro caratterizzazioni. Ma ciò che merita attenzione e merletti di parole è la sesta traccia, “Nostalgia”, un capolavoro alla Steely Dan (era dopo primi album d’esordio, rispolverate “Don’t Take Me Alive”), un metronomo da orologiai West Coast che non disturba, anzi, porta dipendenza (le mie orecchie si perdono nell’eco da effetto sabbioso dei piatti), un tik-tak che diventa un caposaldo di tutta la traccia, un pivot a cui attorno ruotano con maestria tutti gli strumenti, dalle delicate scale di synth, seguito dal grave suono del basso, a creare atmosfera da locale notturno, fino all’innesto regale dell’assolo di chitarra, degno erede della scuola italiana di settore (il Pino Daniele del 1979). Dall’oscuro cinismo tipico SD si passa all’azzurro mare/cielo, e anche una parola triste come "nostalgia" diventa bella: grandiosi! Solarità riassunta nella title track “Bring On Good Times”: altra eccellenza. Concludo con la divertente “In All I’m Trying To Say” che potrebbe tranquillamente rientrare in una raccolta da ‘Saturday Night Fever’ dei giorni nostri. Davvero un ottimo esordio!!
P 2022 - Legere Recordings
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