Y&T: Voglia di ristampe
Tre album leggendari (da avere!) degli Yesterday And Today rivitalizzati nel sonoro dalla Rock Candy con un impatto audio deflagrante. Amatissimi anche nel vecchio continente, i Y&T riuscirono a conquistare i cuori dei rocker grazie ai loro infuocatissimi ed aggressivissimi album, zeppi di rock’n’roll anthem contornati da riff a presa rapida. I Y&T sono un passaggio obbligato per chi volesse apprendere l’hard & heavy americano, grazie alla loro capacità di sintesi perfetta della scrittura, non è un caso che il pubblico inglese, investito dall’onda sonica della nwobhm, adottò il quartetto americano di ‘Earthshaker’ (era il 1981) comparandolo ad altri astri nascenti come Saxon ed Iron Maiden. È l’album con il quale Meniketti e soci passarono dalla piccola London Records alla major A&M Records, accorciando il monicker come abbiamo iniziato ad apprezzare i Y&T. Con un titolo come ‘Earthshaker’ non si va molto per il sottile, raccoglie dieci brani, tra cui i primi nove sferzati da un’irruenza che a stento si contiene; con ‘Hurricane’, ‘Knock You Out’, ‘Hungry For Rock’ e ‘Squeeze’ si viene investiti da un serrato cannoneggiamento da due chitarre a dir poco indiavolate. Troppo heavy per un mercato come quello americano non ancora pronto a recepire l’irruenza dei Y&T, ma accolti a braccia nella terra del sol levante e nella vecchia Europa.
Per saldare ulteriormente il rapporto tra il gruppo di San Francisco con la Union Jack, ‘Black Tiger’ prese forma tra le quattro mura della fortezza del metallo inglese, i Ridge Farm Studios, dove sotto la guida del guru Max Norman furono registrati alcuni tra i capolavori del metal mondiale: ‘Blizzard Of Ozz’, ‘Diary Of A Madman’, ‘Power Of The Night’, ‘Delirious Nomad’, ‘License To Kill’, ‘Thunder In The East’, ‘Lightning Strikes’ e ‘Soldier Of Fortune’. Il tocco di Norman si sente nei suoni, cristallini e ricchi di effetti, si riflettono sulle chitarre affilatissime, per l’album che meglio rappresenta il primo periodo per il quartetto proveniente dalla Bay Area. ‘Open Fire’, ‘Don’t Wanna Loose’, la title track ma, soprattutto, la cavalcata ‘Forever’ sono ancora oggi dei cavalli da battaglia nei concerti dei Y&T. Ne sanno qualcosa i fortunati che presero parte alle due apparizioni al mitico Marquee club di Londra, così come chi si presentò all’edizione del 1982 del Reading Festival per gustarsi anche gli Iron Maide, MSG, Gary Moore e Tygers Of Pan Tang, oltre ai Budgie, Blackfoot e molti altri. Onore alla magnifica copertina creata dal genio di John Taylor Dismukes, responsabile delle copertine per Keel, Foreigner, Winger, Lynch Mob, Badlands e Megadeth.
Il legame con la regina d’Inghilterra prosegue anche per la stesura di ‘Mean Streak’, sotto le direttive di un altro maestro dei suoni Chirs Tsangarides (Thin Lizzy, Judas Priest, Anvil e Girlschool tra gli assistiti) la direzione musicale non prese sbandate, ma venne concessa più enfasi sulle parti melodiche. I Y&T non persero una sola oncia della loro proverbiale forza muscolare, ma nel complesso ai nuovi brani giova parecchio l’apporto melodico, anche nel tentativo di strizzare un occhio verso il proprio continente che ancora sembrava non accorgersi del loro talento. ‘Midnight In Tokyo’ è un piccolo gioiello, è tra le cose più belle ed intense uscite dalla penna di Dave Meniketti, ma non sono da meno ‘Lonely Side Of Town’, ‘Breaking Away’, ‘Hang’Em High’, la tilte track (per la quale fu registrato un video clip) e ‘Take You To The Limit’. La band affronterà un tour europeo in compagnia di Ozzy Osbourne, mentre sul suolo americano saranno di supporto a RJ Dio, che coinvolgerà Meniketti due anni più tardi al progetto benefico Hear ‘N Aid, a cui prese parte la crème del metal mondiale. John Taylor Dismukes bissa con un’altra affascinante e mortale copertina per ‘Mean Streak’.
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