LYNCH MOB: Voglia di ristampe
C’è un retroscena interessante da raccontare che anticipa le registrazioni di ‘Lynch Mob’. Le session dei nuovi brani furono cantate da Glenn Hughes (Trapeze, Deep Purple, Black Sabatth ed un curriculum di collaborazioni invidiabile), con enorme soddisfazione da parte di Lynch, ma furono bocciate Keith Olsen (mago dei suoni per Foreinger, Saga, Heart, Kingdom Come, Scorpions e moltissimi altri artisti), suggerendo all’ex Dokken un vocalist dal timbro più blues, in linea con le sonorità grunge che in quel periodo storico stavano spazzando tutto il carrozzone dell’hard & heavy. Alla fine il posto dietro al microfono fu assegnato a Robert Mason (transiterà nei Warrant, Cry Of Love e The End Machine, altro side project di George Lynch), in sostituzione del defenestrato Oni Logan (si riunirà al gruppo qualche anno più tardi, registrando altri cinque lavori), gran talento vocale, ma una volta sul palco sembra non mantenesse le aspettative. Con il senno di poi, la scelta di avvalersi di un produttore molto esperto come Olsen non fu così lungimirante: rispetto al debutto, la seconda release manca di omogeneità nei suoni; inoltre, la chitarra di Lynch non occupa un ruolo predominante. Dettagli che fanno la differenza, resta comunque un album ricco di spunti interessanti, soprattutto nell’edizione in audio remastered della Rock Candy, nella quale vi sono aggiunte due tracce bonus ("Love Finds A Way", "Love In Your Eyes"), incredibilmente non riportate nel booklet.
P 1992-2022 Rock Candy Records
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