LEGS DIAMOND: Voglia di ristampe
Strana la vita. Da un giorno all’altro ti ritrovi catapultato sopra al carrozzone del tour di ‘Rock And Roll Over’ (1976) al seguito dei Kiss, senza nemmeno aver inciso un solo album, grazie all’occhio lungo (come la sua celebre lingua…) di un Gene Simmons basito della forza sprigionata dai Legs Diamond durante una semplice prova. I Deep Purple, non da meno, fecero da intermediari con la Mercury Rec. fino alla stipula del contratto che si concretizzò con il debutto del 1977 prodotto da Derek Lawrence (Deep Purple, Wishbone Ash). Con tali referenze il futuro sembrava radioso, ma la fortuna non ha mai arriso al quintetto californiano, che nella sua lunga carriera non ha raccolto in proporzione a quanto seminato in termini di talento. Coriacei è l’aggettivo che meglio li rappresenta, con quel loro suono figlio dell’hard rock inglese esportato da Blackmore e compari, non a caso i Legs Diamond furono battezzati i Deep Purple americani per gli intrecci tra chitarra e tastiere.
Portabandiera di un suono evoluto attraverso Montrose ed Aerosmith, fino alla trovata quadratura finale che ha reso il gruppo americano, autore di infuocate e memorabili performance live, una leggenda. Precursori di una scena musicale che nell’arco di pochi anni avrebbe dettato legge, ai Legs Diamond si può imputare di essere rimasti ancorati ad un suono figlio dei seventies, mentre la scena californiana avrebbe eruttato un turbinio di sonorità e stili: dai Van Halen passando per i Motley Crue fino ai Dokken, lasciando al palo Sanford e compagni. Oggi arrivano sul mercato le nuove edizioni dei primi tre storici lavori, grazie alle ristampe della Rock Candy con il sonoro rivisto in qualità remastered, arricchite inoltre da una vagonata di bonus track di ottimo spessore.
Da ‘Legs Diamond’ emersero non pochi punti di contatto con gli Angel di Frank Dimino, grazie all’approccio melodico ed armonico di Sanford a supporto di un suono controllato, che lasciava ampio spazio ai tasti d’avorio ("Can’t Find Love" e "It’s Not The Music" e "Rock And Roll Man"), con qualche sfumatura progressive ("Rat Race"). L’anno successivo irrompe ‘A Diamond ….’ per ribadire il loro attaccamento verso l’hard rock inglese quello più arrembante, figlio anche di una scrittura migliorata ma, soprattutto, finalizzata a catturare un’audience più ampia. La title-track, "Woman", "I Think I Got It", "Evil" e "Flyin’ Too High" sono solo alcuni dei momenti topici di un platter destinato a lasciare il segno nella carriera dei Legs Diamond.
Con ‘Fire Power’ il gruppo losangelino saluta gli anni ’70 con un lavoro maturo, curatissimo negli arrangiamenti (spettacolari le tastiere di Mike Prince) che non mostra solo i muscoli ma anche una notevole capacità compositiva che, per eleganza e spessore deve, nuovamente, molto agli Angel: "Underworld King", "More Than Meets The Eye", "Help Wanted", "Come With Me", "Tragedy" e "Man At The Top" sono ancora oggi perle di rara bellezza, confinate in uno degli album hard rock americani più belli di sempre.
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