JO JO GUNNE: So...Where's The Show?
Spiagge bianche, le onde che lentamente accarezzano la battigia mentre il sole tramonta e s'immerge nel mare a vista d'occhio sconfinato. Qualcuno ancora passeggia lungo la riva. L'aria si è fatta tersa, il cielo striato di colori caldi ed avvolgenti. Alte palme proiettano le loro lunghe ombre sulle strade dorate del giorno che sta per finire. Tra un cocktail e l'altro ti vedi seduto al tavolo di un bar, mentre la radio trasmette melodie sognanti che da tempo non ascoltavi, e ritrovi te stesso, quello che sei stato e quello che sei adesso nelle note di...Sunset Boulevard, la nuova rubrica di Hardsounds interamente dedicata alle sonorità West Coast. Pronti a viaggiare?!?
Oggi poniamo l’attenzione su gruppi rock e hard rock che musicalmente hanno prodotto qualcosa di avanguardia per il loro tempo, in alcuni casi influenzando anche stili e generi lontani dalla loro identità. E’ il caso dei Jo Jo Gunne, gruppo formatosi nel 1971 a Los Angeles (California) da Jay Ferguson (voce, testiere, chitarra) e Mark Andes (voce e basso), dopo aver lasciato gli Spirit: ulteriore band fondamentale del West Coast sound e frutto di un approccio al rock psichedelico con contaminazioni jazz, folk e blues. Lo stesso vale per i Boston, altro esempio: veri e propri ingegneri musicali che, guidati dall’approccio scientifico di Tom Scholz, sono stati in grado di sperimentare una purezza di suono, stratigrafato, sedimentato, che è stato successivamente ripreso da diversi gruppi metal, contaminando territori heavy. A proposito vi ricordo la meravigliosa "Maryanne" dei Riot (1990) che evoca chiarissime sonorità dei Boston (1976).
Ma torniamo ai Jo Jo! Il nome deriva da una canzone di Chuck Berry, non è un caso. E loro sono sostanzialmente: Jay Ferguson – voce, piano e chitarra (ex Spirit), Mark Andes (ex Spirit, Firefall, Heart), bassista sostituito da Jimmie Randall, Matt Andes chitarrista e fratello di Mark (ex Spirit) sostituito da Starr Donaldson, e da John Staehely nel 4° album, William Curly Smith (Spirit, Boston) batterista, voce, arpa. Con la Asylum Records hanno pubblicato quattro album in studio. Hanno riscosso un discreto successo con il singolo "Run, Run, Run", tratto dal primo album omonimo. Il 3° ‘Jumpin The Gunne' (1973) ed il succesivo ‘So…Where Is The Show?’ sono veramente interessanti.
Siamo nel 1974, parliamo del 4° album Jo Jo e la prima traccia "Where Is The Show" è già un presagio West Coast: intrecci di voci alla Little River Band/Firefall e partizioni jazzate di piano e batteria che generano arrangiamenti tipici del sound californiano, a metà strada tra il classico stile country/folk dell’ovest americano ed altre contaminazioni. Segue "I’m Your Shoe" che rappresenta il motivo per cui è consigliato dare una possibilità a questo album. La traccia va somministrata a ripetizione, ogni mattina! Psichedelica, acida, carica di energia sanguigna, evocativa dei “contaminanti” Led Zeppelin, dipinge molto bene il sound di questa band: rock settantiano a 360°, miscelato con innesti di basso ad alto volume, armonizzati con la brillantezza e l’intensità creata dall’alternanza dei tasti bianconeri del pianoforte. E’ veramente spettacolare quest’immersione nel mondo Jo Jo. Con "Single Man" ti trovi calato in un caldo e morbido arpeggio acustico che interagisce con esercizi di pianoforte boogie-woogie. Maestria dei JJG nel “teletrasporto musicale”: passano da atmosfere più armoniose ad atmosfere grezze, ruvide e sudate in un batter d’occhio. Con "She Said Allright" si hanno sentori Steely Dan, voce e parlato alla Donald Fagen, macchiati da un’armonica distorta (quasi Bonjoviana) e intermezzi finali di pianoforte, molto americani e luminosi, sporcati da effetti folk simil cornamusa: innegabili le varie sperimentazioni della band. Autentico rock‘n'roll lanciato da un urlo in "S & M. Blvd", semplici connessioni in parallelo tra chitarra e tastiere rievocano quanto più naturale è stato inizializzato dalle corde di Chuck Berry e dal piano di Johnnie Johnson. Ennesimo capolavoro "Falling Angel" che sembra un’anticipazione di Night Games (1981) di Graham Bonnet, in versione jazzata: stupendo il cantato. E con "Big, Busted Bombshell From Bermuda", prendete e mangiatene tutti! Questi sono i Jo Jo, un dosaggio di brillantezza, R&B, impasti di cori e un cantare divertito (quanto è sexi Jay Ferguson quando dice “come on honey”). Riempimenti in falsetto per l’energica e grintosa "Into My Life". E per finire pesanti riferimenti ai Grand Funk Railroad con "Around The World", dove il microfono è dato al basso elettrico e diventa il protagonista. Influenze anche dei Black Oak Arkansas in questo lavoro.
Pertanto ‘So … Where’s The Show?’ è un’ottima produzione; è un progetto pioniere di qualcosa che giungerà più avanti. Il suono è corposo, costruito a strati, ogni strumento è valorizzato per dare vita ad un rock & roll americano anni 70 a tutto campo, ma l’anima che impreziosisce il disco è rappresentata dallo strumento a corde “pianoforte”. Si dice che ad ogni uomo è concessa una seconda vita. Il nostro pianista Jay Ferguson, per esempio, dopo questa esperienza musicale si dedicherà ad una carriera completamente diversa; uscirà dal sentiero del rock per dare vita a colonne sonore per film e serie tv, e in ambito solista si cimenterà in sonorità sempre più soft rock. Occhio però al sandalo microforato d’avanguardia di Jay fotografato nella cover di ‘Thunder Island (1978): non fatevi impietosire.
P 1974 Asylum Records
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