ANGEL: Voglia di ristampe
Seconda e ultima tranche di ristampe (per un totale di sei album), marcate Rock Candy, dedicate agli Angel. Combo dal look androgino (bianco angelico) in contrasto con l’immagine truce (total black) dei Kiss - fu proprio il linguacciuto demone a scovarli in un night club e portarli alla firma del contratto con la Casablanca Records - si è reso autore di fantastici ed affascinanti rock album. Gruppo dal fortissimo carisma artistico, gli Angel hanno plasmato (come pochi altri) uno stile carezzevole e sontuoso, ma altrettanto graffiante ed robusto: un mix perfetto frutto del legame artistico tra i cinque angeli originari di Washington D.C. Nel quintetto spicca la figura del maestro dei tasti d’avorio Gregg Giuffria, lascerà il segno anche nei Giuffria, e soprattutto con gli House Of Lords; non è di certo da meno Punky Meadows, chitarrista dal riffing essenziale, ma che oggi sarebbe ancora attualissimo. Ma è la vocalità potente ed al contempo celestiale di Frank DiMino a rappresentarne il tratto distintivo, come perfetto terminale per l’architettura musicale elaborata dagli Angel.
Una cosa è certa: il classic rock americano passa anche attraverso i solchi dei loro maestosi dischi. ‘White Hot’ e ‘Sinful’, datati rispettivamente 1977 e 1979, preservano i prodromi se non di meno le fondamenta di quel suono che a breve verrà riconosciuto come adult oriented rock, facendo le fortune delle stazioni radiofoniche nord americane. Pennellate di pomp rock ("Don’t Leave Me Lonely", "Hold Me, Squeeze Me", "Under Suspicion" e "The Winter Song" da ‘White Hot’, oppure "Don’t Take Your Love", "You Can’t Buy Love" e "Bad Time" da ‘Sinful’), si alternano a colpi di sopraffino hard rock ("Aint Gonna Eat Out My Heart Anymore", "Stick Like Glue", "You Could Love Me" da ‘White Hot’, oppure "Got Love If You Want It", "L.A. Lady", "Waited A Long Time" e "Wild And Hot" da ‘Sinful’), con le tastiere di Giuffria chiamate a puntellare con suggestivi tappeti armonici, se non che a raffreddare l’ardore elettrico scaturito dalla chitarra di Meadows. ‘Live Without A Net’ chiuse il cerchio sulla carriera degli Angel (causa anche il fallimento della Casablanca Rec.); un pretesto per calare il sipario con un live maestoso, originariamente distribuito su due facciate, che raccoglie date del tour californiano del 1978. Un solenne canto del cigno che contiene il meglio della produzione degli Angel (l’epocale apertura con "Tower", madre perla dai toni pomp rock, la versione dilatata di "On The Rocks" durante la quale Giuffria sfoggia tutto il suo estro, oppure la rilettura di "All The Young Dudes" portata al successo dal duca bianco Bowie, senza tralasciare le scorribande pomp di "Hold Me, Squeeze Me", con la chiosa finale riservata a "20th Century Foxes" recuperata dalla soundtrack di 'Foxes'). Il suono è scevro da orpelli progressivi (con gli Yes vi è più di qualche punto di contatto) che cattura gli Angel santificati in un ottimo stato di grazia per un live album intenso e travolgente, testimoniato da versioni tiratissime e spasmodiche di "Rock & Rollers", "Got Love If You Want It" e "Feelin Right".
Il rivestimento sonoro della Rock Candy è sublime: le ristampe (entrambe contengono bonus: "Better Days", lato B di un singolo, e "Virginia" recuperata dalla colonna sonora del movie ‘Foxes’) in qualità audio remastered e reloaded, pur conservandone l’impronta seventies, garantiscono nuovo lustro ai tre album presi in esame. Avvolti in un immacolato e raffinato immaginario, grazie a queste preziose ristampe la leggenda degli Angel perpetuerà ancora a lungo.
P 1978/1979/1980-2019 Rock Candy Records
10. All The Young Dudes
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