WOLFMARE: WHITEMARE RHYMES
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21/04/2008Otto musicisti (e quattro di questi si occupano anche delle parti vocali) più una manciata di ospiti: questa la compagine dei Wolfmare, act proveniente dall’Europa dell’est, il cui secondo lavoro giunge fino a noi attraverso la label austriaca CCP Records. La proposta della formazione sovietica è un folk metal molto folk e non eccessivamente metal, seppur con qualche frazione più estrema in cui troviamo traccia di un growling a dire il vero non troppo convincente. Per farla breve direi che questi Wolfmare sono più vicini ai Korpiklaani che ai Finntroll, tanto per fare un paio di nomi, ma da entrambi differiscono per una maggiore complessità, che va purtroppo ad influire negativamente in termini di digeribilità dei brani, in certi casi davvero troppo monotoni. È il caso ad esempio di “In Taberna”, pezzo piuttosto ripetitivo, penalizzato per di più da un testo in latino che non aiuta certo a rendere il tutto più scorrevole (per fortuna dura poco). Da scartare, questa volta per manifesta prolissità, anche “Widderskins Song”, che si perde in troppi fronzoli senza mai realmente emozionare, nonostante la pluralità di voci che interviene e che cerca di far guadagnare punti al brano con una maggior vivacità. Decisamente più interessanti “Shattentanz”, una composizione più diretta e coinvolgente, che mette in mostra qualche riff più marcato, e l’opener “The Ballad Of Johnny Hangman”, dall’andamento brioso e trascinante. Il resto del disco scorre invece tra alti e bassi, producendo nell’ascoltatore qualche sorriso e, ahinoi, non pochi sbadiglii. Alla fine la sufficienza è acciuffata per un pelo.
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