WIZARD: THOR
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21/02/2009Non cambiare mai, senza rimanere sempre gli stessi. Un piccolo paradosso che ci introduce all'ottavo lavoro dei tedeschi Wizard, il concept album 'Thor'. In occasione del rientro in line-up dello storico chitarrista Michael Maaβ il combo, che da sempre si propone con il più classico true-appeal, torna a propendere per un sound maggiormente legato al power teutonico, se non addirittura all'US power, discostandosi dalla vena power/epic più classica che aveva contraddistinto le ultime due release. L'inevitabile conseguenza di tutto ciò sta in un lavoro meno arioso ma dannatamente "martellante" che, nonostante tratti della solita zuppa, ne fa il classico disco da prendere come esempio per le generazioni a venire grazie all'esperienza ventennale che gli Wizard possono mettere in campo. La simpatica fucilata iniziale "Utgard (False Games)" ne è un chiaro esempio, grazie al muro di chitarre sorretto dalla doppia cassa in pompa magna che dal vivo richiamerà al pogo più selvaggio. Ma di brani degni di nota questo 'Thor' ne è colmo, vedi alla voce "Midgards Guardian", banalità da cantare con gusto, "Serpents Venom", semi-ballad in un crescendo di pathos, o la classica "What Would You Do?", tre minuti e mezzo di limpido e diretto Manowar-style fatto ad hoc. Ma il meglio viene fuori in "The Visitor", brano che trasuda epicità e che sfocia in un anthem da ricordare. Tirando le somme, se volete confrontarvi con questo 'Thor' dimenticatevi completamente delle parole Originalità, Innovazione ed Evoluzione. Un disco metal proveniente da un altro tempo, che si lascerà ascoltare senza troppa difficoltà e che saprà fare la gioia degli appassionati della vecchia scuola. Quando le solite cose vengono fatte davvero per bene per conto mio si può tranquillamente andare avanti così.
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