VITAL REMAINS: LET US PRAY
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12/02/2007Atmosfere malsane, altari sconsacrati e caproni offerti in sacrifcio per ingraziarsi il 'tizio di sotto'. Questo l'immaginario a forti tinte che trasuda da "Let us pray", debut album degli statunitensi Vital Remains. La band di Providence (stessa città di Lovecraft, sarà un caso?), che vanta tra l'altro la presenza del diabolico Glen Benton (Deicide) in qualità di vocalist (non in questo album comunque) è dedita ad un death metal diretto e con pochi fronzoli, sapientemente influenzato da atmosfere black old school, Venom, Mercyful Fate, Celtic Frost, Bathory (primi album) ma anche da sonorità thrash, Sodom, Destruction e Slayer fra tutti. Questo lavoro si presenta all'ascoltatore in maniera estremamente diretta: schemi ritmici accattivanti ma affatto complicati, un drumming preciso, diretto ed essenziale e fraseggi semplici e, bisogna dirlo, poco elaborati. Poco consistente la parte solista visto che in nessuna canzone si riesce a sentire un assolo melodicamente elaborato. In definitiva, un album che si lascia ascoltare abbastanza facilmente, carico di attitudine e di carattere, anche se obiettivamente non suonato in maniera eccelsa. Paragonato ad altre pubblicazioni della band, certamente balzerà subito alle orecchie che la qualità musicale, col passare del tempo, si è notevolmente incrementata nonostante gli innumerevoli cambi di line up che hanno caratterizzato la storia dei deathster statunitensi, ma la forte attitudine che traspare da questo lavoro e l'estrema facilità con la quale riesce a coinvolgere l'ascoltatore, ne ha fatto uno dei pilastri del genere, consacrando i Vital Remains nell'Olimpo degli oscuri cantori della morte e degli umori putrscenti della società che corrompendosi, decade.
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