UNRULY CHILD: Our Glass House
data
25/12/2020Ritornano gli eroici Unruly Child con il loro nono album in studio, 'Our Glass House', ormai con Marcie Free in pianta stabile alla voce, ed oltre ai già noti componenti del gruppo, la new entry Franklin al basso. La band californiana mantiene il proprio sound hard rock anche in quest’ultimo lavoro, seppure sono riconoscibili le influenze provenienti dalle correnti musicali targate anni '80, hair metal, nonchè qualche salto nel mondo fusion e progressive. Il gruppo in questo nuovo album esibisce molte trovate qualitative e doti compositive. Il “bambino indisciplinato” apre il disco con una moderna dedica alla femme fatale del mondo di Batman, "Poison Ivy". La voce della Marcie, seppur in leggero sottotono rispetto ad esempio a 'Worlds Collide' è sempre dolce melodica e ben definita. Le atmosfere di 'Our Glass House' sono meno immediate. Siamo distanti da brani quali "The Only One" o "Will we Give up Today" che già al primo ascolto ti entravano in testa. Molto gradevoli gli arrangiamenti di chitarre e le doti instancabili di drumming, che lasciano spazio all’espressività di Free; risultano però poco a fuoco i brani, anche dopo alcuni ascolti. Splendide le riedizioni in chiave più soft di "To Be Your Everything" e "Let’s Talk About Love". Rimangono, come nei precendenti lavori, un uso abbondante dei synth e l’ingombrante uso (o abuso) di cori. Purtroppo sono presenti anche brani riempitivi skippabili. In sostanza gli Unruly Child, nella realizzazione di 'Our Glass House', hanno posto attenzione ad una produzione sempre nuova, sempre diversa; un intento, questo, a volte riuscito, a volte forzato. E’ comunque un disco che per essere ascoltato ed apprezzato richiede una buona dose di accuratezza e di concentrazione.
A cura di Roberto Zeppieri
Commenti