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TUCHULCHA: Legions Of Etruria

data

17/06/2013
75


Genere: Death Metal
Etichetta: Unsigned
Distro:
Anno: 2013

Tante sono le band che in passato e tutt'oggi amano (de)cantare la storia del nostro Paese, soprattutto del passato: di gesta gloriose appartenenti ad epoche antiche e ad antichi. Vogliamo ricordare i DoomSword, gli Assedium, Fearbringer, Inner Shrine, Stormlord. Chi in un modo, chi nell'altro, è riuscito a rispolverare pagine e pagine di battaglie, vittorie, sconfitte, ma anche episodi magari ingiustamente dimenticati, e a cui gli è stata donata la giusta colonna sonora per essere riconsiderata. Nel suo piccolo è vero perché restiamo sempre in ambito metal di un certo tipo: ma possiamo dedicare a tutto ciò il giusto spazio, perché no? Non sono da meno i Tuchulcha, da Volterra. Il primo nucleo della band si forma cinque anni fa, con i soli Emiliano, Enrico e David (ex-Carnefix) e Federico alla batteria. Solo più tardi con la scelta delle tematiche da trattare, entra Francesco alla seconda chitarra, e nel 2011 esce l'Ep 'Reflection Of God'. Un anno dopo arriva Iago alla batteria, nuovi concerti e poi sotto con il nuovo materiale. Eccoci quindi con 'Legions Of Etruria', un disco molto compatto che in mezz'ora orienta le proprie coordinate su riff molto crudi, ricchi di groove, tante volte figli degli ultimi Obituary e dei Six Feet Under. E' un album dalla breve durata, ma portatore sanno di brani che s'insediano con facilità nella testa dell'ascoltatore. "Return To Supremacy" , ad esempio, pur avendo un semplice riff in apertura, è trascinante e ha degli ottimi passaggi nel mezzo. A più ascolti ultimati ogni brano sa esprimere potenza, chiedere di più è alquanto inutile proprio perché l'obiettivo dei toscani è quello di puntare su questi elementi. Dal canto loro i Tuchulcha sfoderano una buona prova con mani affondate nel pieno degli anni '90, linee vocali in certi momenti trascinate, non approfondite ma ad ogni modo sempre efficaci e ben equilibrate tra i vari registri. Auguriamo al quintetto una terza prova in studio ancora più brutale e (sicuramente) più ricercata, particolare, studiata nei vari passaggi. Per ora possiamo affermare senza dubbio di avere tra le mani un gran bel dischetto che ci farà scapocciare per una buona mezz'ora. Parola d'ordine: seguire. Anche dal vivo.

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