TRAGEDIAN: Master Of Illusions
data
08/06/2023Band multietnica (solo due elementi su cinque originari della Germania, patria dichiarata della band), i Tragedian hanno come unico membro originale lo statunitense Gabriel Palermo e hanno cambiato une mezza dozzina di cantanti oltre ad una miriade di altri membri. Il loro lavoro più recente si apre a ritmi sostenuti, con le prime tre tracce molto simili per caratteri, fra cui figurano keyboards piuttosto in evidenza, immancabile solismo chitarristico e un vocalist adatto ma non trascendentale. Le successive "Against The Storm" (con le sue tastiere settantiane un po' fuori luogo) e "The Chance" sono inferiori, perdendo un po' della intensità iniziale che risulta essere il punto di forza della band, in assenza di altre qualità particolarmente degne di nota. In questo senso "Escaping Shadows" dall'esordio priestiano e un drumming conclusivo davvero arrembante è una delle tracce più riuscite, a cui vorremmo affiancare "Freedom", che sa di primi Helloween. Un brano in spagnolo ("Exodo") non aggiunge nulla e nel complesso il resto del lavoro è deboluccio, risultanto anche piuttosto povero di varietà. Il suond può ricordare i nostrani Vision Divine, che però si sono potuti avvalere di cantanti ben più dotati per il loro metallo leggerino. Si discosta da questo discorso la conclusiva "Obscured Dreams", unico brano più meditato dell'album. Nel complesso un lavoro non disprezzabile: i Tragedian dimostrano buone qualità strumentali, i brani sono gradevoli all'ascolto e Joan Pabon fa il suo dietro il microfono senza tuttavia, come già detto, incantare. Il problema sta in una proposta tutto sommato troppo leggera, in ogni senso: con un prodotto relativamente semplice come è questo occorrerebbe qualche spiccata qualità per farlo decollare, o un vero fuoriclasse in formazione, e per lo meno non è dato vederlo, al netto della proposta. Al contempo, da una band con venti anni e cinque album alle spalle sarebbe lecito aspettarsi una proposta più ambiziosa e intrigante.
Commenti