MENDEED: THIS WAR WILL LAST FOREVER
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27/06/2006Leggendo in giro le impressioni generali su questo “This War Will Last Forever” si nota un abuso soffocante del termine ‘metalcore’. E’ curioso come i trend imperanti, quando sono in voga vengano tirati in ballo in ogni dove, quasi per compensare il ‘fastidio’ che creano; ricordo divertito che qualche anno fa un sedicente giornalista ‘heavy’ dell’estero definì i Lamb Of God nu metal (!). Tutto questa tiritera peraltro inutile e scritta male, per partire col piede giusto e cioè, i Mendeed non suonano metalcore. I cinque ragazzi inglesi, che ebbi modo di apprezzare con una personalissima rivisitazione di “The Thing That Should Not Be” dei Metallica nel tributo ai quattro cavalieri realizzato da Kerrang si districano con abilità tra thrash metal, swedish death e heavy metal classico, relegando ai margini più improbi le influenze moderne tanto strombazzate. L’apertura è davvero ottima e affidata a due pezzi di eccellente spessore, “Beneath A Burning Sky” e “Stand As One And Fight For Glory” che ha l’unica pecca di avere un ritornello ai limiti dell’irritante. La classe dei Mendeed è costantemente sfoggiata durante tutto il disco, con i picchi rappresentati da “Chapel Perilous”, “Poisoned Hearts”, “Withered And Torn”, “For Blasphemy We Bleed” e “The Reaper Waits”, ottime testimonianze di come l’ugola Dolving-iana di David Proctor si fonda a meraviglia con il concitato rifframa e il gustoso solismo maideniano delle due asce Nixon e Gildea. A conti fatti i Mendeed sono una di quelle poche band che ti fanno pensare ‘ecco come dovrebbe essere l’heavy metal pensato e suonato da gente che vive nel 2006 e non nell’85’, e la cosa gli riesce piuttosto bene. Meritano tutta la vostra attenzione.
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