TOOL: Fear Inoculum
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07/09/2019I Tool se la sono presa parecchio comoda prima di partorire il nuovo lavoro che arriva a distanza di tredici anni dal precedente ‘10.000 Days’. Tra dichiarazioni, smentite, annunci, messaggi criptici, pertanto interpretabili in diverse modi, side projects (A Perfect Circle, Puscifer), e la comparsa per la prima volta sulle piattaforme digitali (fino a poco tempo fa volutamente osteggiate) dell'intera discografia, si è fatto un gran parlare parlare di loro. Stilisticamente ‘Fear Inoculum’ si colloca nella cuspide generata dalla fine degli strascichi di ‘Undertow’ (come nell'irruenta "7empest" dove il batterista va letteralmente in escandescenze scatenandosi in un drumming vorticoso), ed il groove di ‘Aenima’, conservando l’asprezza del primo e la coesione degli anthem del secondo. Abbiamo saggiato in anteprima alcuni estratti durante l’esibizione monstre, per qualità del suono e scaletta inappuntabile, del Firenze Rocks, tra le quali: "Invincible" e "Descending", per cui le aspettative erano altissime visto che quelle due tracce sono tra le migliori del disco. Attenzione alla traditrice "Culling Voices": ammaliante e melliflua vi trasporterà dritti nelle braccia di Morfeo, e quando sarete nel profondo sonno REM verrete bruscamente risvegliati; inutile lo sperimentalismo fine a sé stesso di "Chocolate Chip Trip", bella, ma alquanto prolissa la traccia omonima che vorrebbe esplodere da un momento all'altro, ma non succede. Paragonando i tempi di attesa con il risultato avrebbero potuto temporggiare ancora un pò ed aggiungere altra carne al fuoco, in quanto il risultato è assimilabile ad un sugo cotto per troppo tempo, alla fine sa di già sentito, ma per chi scrive non è un accezione negativa dato che non ho gradito del tutto la svolta progressive di 'Lateralus' e prolissa di '10.000 Days'. Opera ipnotica, meditata ed un pò dilatata, il cantanto di Maynard è più morbido del solito, vertente sui canoni utilizzati nei dischi degli A Perfect Circle; talune tracce vanno oltre il minutaggio in cui avrebbero avuto un senso. Tendenzialmente è assimilabile alla marea; sale lentamente ed inesorabilmente. Un piacevole ritorno al passato che lascia una forte sensazione di deja vu.
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