DISSIDIO: Thisorientamento
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02/06/2015I Dissidio sono una band calabrese che ha superato il lustro di esistenza ed è già venuta alla ribalta delle cronache per aver vinto l'Arezzo Wave per la Calabria, per qualche passaggio su Blob di Rai 3 e per aver suonato con Frankie Hi Nrg, Rezophonic, Giorgio Canali e Cristina Scabbia (Lacuna Coil). Tutto ciò passa in second'ordine ascoltando le tracce del disco d'esordio sulla lunga distanza, nonostante i riferimenti che lo contraddistinguono siano molto evidenti: thrash moderno (il groove dei Machine Head in "Ha Ha Ha" e degli Stuck Mojo "Saturday Night Dead"), nu metal (la follia schizoide dei System Of A Down in "Vetrinaspecchio" e "Se Si Sa Si Sa, Sai?"), noise (One Dimensional Man in "Pezzo Di Sfiga"), l'alternative ed il cantato (o meglio lo spoken word tipico di Pierpaolo Capovilla utilizzato nel Teatro Degli Orrori), e qualche falsetto alla Caparezza,: il risultato finale è molto coinvolgente (non vogliamo usare la parola abusata 'originale') perchè le varie influenze non sono disgiunte ed a se stanti, ma la capacità dei calabresi risiede nell'intercambiarle talmente velocemente che non ci si accorge del passaggio dallo stoner al progressive - "Qualcosa di meglio da dire". Collaborazioni importanti lasciano l'indelebile trademark del loro passaggio, il misticismo di Lili Refrain in "Se Si Sa Si Sa, Sai?" e Mors dei Chaos Cospiracy in "La parole (fine a se)"; testi teatrali, sarcastici e mai banali, di un pungente che vi farà spaccare dalle risate grazie alla studiata stupidità delle liriche e contemporaneamente riflettere "Ciao, Ciao (pt. 2)" per la profondità delle situazioni che la vita ci riserva; probabilmente vi ritroverete anche in alcune delle storie che vengono narrate (come l'allegoria del diverso che viene additato dalla gente per i suoi comportamenti non massificati in "Uniforme-Mente", tipica situazione del sud italia in cui si affacciano echi dei Rage Against The Machine). La copertina, molto studiata, vanta diversi punti di osservazione; produzione e songwriting assolutamente mainstream per una band emergente, la 'r' moscia del singer è un valore aggiunto perchè ulteriore elemento dissacrante. Consigliati a chi vuole zompare, ridere, pensare ma anche a chi vuole sentire un grande bel disco, teatrale, brutale e geniale.
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