THE MARTINETS: Comeback Tour
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31/01/2011Daniel Ray è stato sia autore che produttore di artisti del calibro di Ramones, White Zombie, Misfits e Nashville Pussy; alla metà degli anni '90 crea questo nuovo progetto in cui mischia le sue radici punk con contaminazioni garage, ed in parte glam per alcuni pregevoli incisi. Fondamentalmente siamo di fronte ad una band di ultracinquantenni i quali però hanno la carica, la verve e lo spirito di ragazzini di vent'anni. Su questo disco (così come nei due capitoli precedenti) vi sono marchi indelebili di memorie dei Ramones e New Yor Dolls, l'attitudine dei Dictators e l'irriverenza dei Misfits, si scorgono ottimi brani come la title track, oppure "Shake Like A Man", contaminazioni brit con "She's A Whirpool". I brani proposti alla fine risultano essere anche troppi, sedici in studio sono eccessivi, e se ne avessero eliminati tre o quattro la qualità globale avrebbe sicuramente portato giovamento. Discorso a parte per la hidden track registrata live in una bettola di periferia che però fa trasudare la carica profusa in sede live dai nostri quattro eroi. Insomma, un buon disco creato da ottimi musicisti, suonato con felicità e buoni propositi, poco impegnativo dal lasciarsi scorrere senza patemi d'animo o scervellamenti musicali, quaranta minuti spassionati e divertenti.
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