THE LOVECRAVE: THE ANGEL AND THE RAIN
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13/11/2006Chi si ricorda di Francesca Chiara? Quella biondina un po’ dark che partecipò a Sanremo tanti anni fa con il brano “Streghe” (era il ’98, se ben ricordo) e uscì con un album di buon rock passato decisamente in sordina. Niente? Lo immaginavo, visto che la graziosa singer era praticamente sparita dalle scene subito dopo, per finire chissà dove; fatto sta che me la sono inaspettatamente trovata davanti aprendo la curata confezione di questi The Lovecrave, dei quali Francesca è voce e mente e nelle cui fila milita tra gli altri l'axeman Tank Palamara degli Oxido. Una sorpresa piuttosto gradita, tanto più che “The Angel And The Rain” è un ottimo prodotto di gothic metal moderno made in Italy. Sorretto da un concept scritto dalla stessa Francesca Chiara (in verità l’intreccio, trascritto nel booklet come un vero e proprio racconto da affiancare ai testi, è piuttosto banale ed è forse l’aspetto meno riuscito del platter), questo debutto dei The Lovecrave è facilmente riconducible a nomi come Evanescence, Lacuna Coil e Crematory, soprattutto per via delle numerose influenze elettroniche che fanno capolino spesso e volentieri nei brani. A refrain entusiasmanti (“Vampires”, “Little Suicide”, “Can You Hear Me?”) si alternano brani altrettanto energici come “My Soul” o “Runaway”, mentre gradevole risulta la ballad “Fading Roses”. “The Angel And The Rain” è un lavoro di tutto rispetto, che si distingue per un ottimo songwriting; non sarebbe strano vedere uno dei tanti possibili hit nella tracklist in heavy rotation da qualche parte. E che presenta come plusvalore il ritorno di un’artista che all’epoca non riuscì a riscuotere il successo dovuto.
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