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THE GATHERING: THE WEST POLE

data

06/05/2009
78


Genere: Psychedelic Rock
Etichetta: Psychonaut Records
Distro:
Anno: 2009

E' uscito giusto un paio di giorni fa il nuovo album della storica band olandese The Gathering. Intitolato 'The West Pole', il nuovo disco sancisce l'inizio della nuova parte della carriera del gruppo dopo l'abbandono della grandissima vocalist Anneke van Giersbergen, dedicatosi in primi alla figlia e poi al progetto solista Aqua de Annique. La ricerca del sostituto/sostituta di Anneke è stata lunga e laboriosa per i fratelli Rutten e il risultato è stato svelato solo poc prima del rilascio di questo disco: si tratta di Silje Wergeland, vocalst norvegese ed ex del gruppo Octavia Sperati. Fatta questa premessa resta la domanda che tutti i fans del gruppo olandese si sono fatti o si stanno facendo: cosa ci propongono con questo nuovo lavoro i nostri beniamini? La base di partenza è difficile: ci si ritrova a doversi reinventare da zero, cosa che comunque hanno dimostrato di fare negli anni senza problemi pur senza cambiare un componente importante come il vocalist, e nello stesso tempo dimostrare di avere ancora molto da dire nel panorama musicale contemporaneo. Per prima cosa la voce: Silje Wergeland si dimostra valida e capace, con più che buone linee vocali che rimandano per molti versi a quelle di Anneke, pur non dimostrando ancora la stessa capacità di catalizzare in toto l'ascoltatore. Il lavoro fatto dalla vocalist norvegese è di ottimo livello anche se per certi versi sembra che si sia dedicata molto a "non sbagliare l'esordio" e quindi non sia riuscita a dare tutta se stessa in maniera totalmente libera. Musicalmente invece questo 'The West Pole' abbandona i viaggi eterei dei precedenti 'Souvenirs' ed 'Home' per mettere più in primo piano una vena rock con le ottime chitarre di René Rutten. Le canzoni rimandano a ritmi più vicini ad 'How To Measure A Planet' e 'If_Then_Else', dimostrando che la capacità di impostare ottime trame musicali non è sicuramente venuta a meno. Per contro il disco non avere al suo interno grandissimi brani capaci da soli di trasciare l'ascoltatore, piuttosto possiamo dire che è composto tutto da canzoni di buona fattura che non lasciano mai delusi seppure non ci sia un vero e proprio "cavallo di battaglia". Da segnalare a parte che due brani hanno due ospiti alla voce: "Pale Traces" si avvale della stupenda voce di Marcela Bovio (Stream Of Passion), mentre "Capitals Of Nowhere" vede dietro il microfono Anne van den Hoogen. In definitiva il nuovo album dei The Gathering può essere tranquillamente definito un interessantissimo primo passo per questa nuova vita della band e ci conferma che le capacità e la voglia di fare si non sono certo perse per strada. Il futuro non può che essere ancora roseo per questo quintetto, soprattutto perché adesso potranno dedicarsi ancora meglio alle prossime produzioni sapendo che il passo più difficile è stato fatto senza errori.

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