CB3: Aeons
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05/03/2020La musica strumentale è per me fonte di dubbi e perplessità, non perché non la ascolti o non la comprenda ma mi chiedo se una band sia in grado di reggere questo complesso modo di fare arte. Essendo molto legato alla scena nostrana progressive quale, PFM, Area, Banco Del Mutuo Soccorso, Le orme ecc. quasi più che a quella inglese e d’oltreoceano, parto già prevenuto perché ascoltando questo ‘Aeons’ degli svedesi CB3 (Charlottas Burning Trio) sento molta psichedelia, svisate progressive e un’alta dose di improvvisazione. Mi ha emozionato tutto ciò? Non moltissimo. Spulciando un po’ nei trascorsi della band ho avvertito svariate sperimentazioni jazzistiche (genere per il quale, ammetto, non sono molto portato) quindi è chiaro che il lato che punta all’improvvisazione è sempre stato un marchio di fabbrica ma la pecca del lavoro è il fatto di non mostrare temi musicali memorabili o atmosfere che mi conducano in un vero viaggio lisergico tipico degli anni sessanta/settanta. Avverto i riferimenti di Hendrix e di Pink Floyd, la forza cupa dei Black Sabbath e l’azzardo dei King Crimson ma sono davvero troppo poveri di identità per creare le giuste vibrazioni. La nota positiva è che alcuni riff hanno un attacco davvero doom/stoner che, per fortuna, rilascia la carica giusta come nella traccia di apertura “Zodiac”. In realtà l’album scorre via abbastanza fluidamente, grazie anche alle svisate strumentali che non soffocano su se stesse troppo a lungo e si rinnovano abbastanza frequentemente ma arrivato alla fine non mi sento soddisfatto, manca qualcosa. La durata è abbastanza contenuta dal punto di vista del minutaggio quindi la musica non arranca; è chiaro che lo studio tecnico dietro a questo disco c’è stato ma forse il passo è stato troppo lungo. Il mio pensiero nei confronti di questo lavoro è che bisogna avere doti non indifferenti per scrivere musica strumentale di qualità per poter lasciare il segno.
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