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FINISTER: Suburbs Of Mind

data

26/03/2015
78


Genere: Psychedelic Rock
Etichetta: Red Cat Records
Distro: Audioglobe
Anno: 2015

Quando ragazzi così giovani si dedicano ad un genere così "antico" ti rendi conto più di sempre quanto la musica rock sia un'entità immortale, e quanto siano posticce e prive di alcuna logica le dichiarazioni di qualche grande interprete del circo - non ultimo un certo Gene Simmons - che classificano di volta in volta il rock come morto. Idiosincrasia, con la vecchiaia che avanza e non riesci più a vedere niente all'orizzonte? Il solito assunto che vuole il rock come un genere che non avrebbe più niente da dire? Ma quante altre volte lo abbiamo letto/ascoltato? Fatto sta che la passione è la prima cosa che conta, ed i Finister dimostrano di averne tanta, di quella profonda che annida le radici dove scorrono le note e le storie di uomini che ha segnato la nostra esistenza di rocker incalliti. Ed il fatto di dare vita ad un album che si apre con un sax in bella mostra significa che il quartetto ha talento e coraggio da vendere. Virtù che si replicano lungo il corso del disco in più momenti, tra i chiaroscuri delle melodie, le progressioni d'antan, le venature psichedeliche, gli sprazzi blues e quell'atmosfera ai confini dell'esoterismo che chiude il cerchio e bolla 'Suburbs Of Mind' come un lavoro dai tratti somatici settantiani. C'è da dire che i ragazzi non fanno mistero tra le note di ispirarsi anche a sonorità più attuali, ma si tratta di alcuni boccioli che vegetano all'interno di un campo fiorito molto più vasto in cui convivono diverse anime ed un pot-pourri di colori che giustifica a pieno titolo il genere che i Finister professano di eseguire. Quindi tutto porta a dire che sono una band già alquanto matura, hanno dalla loro parte anche il tempo e possono migliorare e migliorare ancora - in particolare Elia la cui pronuncia in inglese non è impeccabile. Le periferie della mente? Titolo ambizioso ed importante quanto il suo contenuto. Ed il rock sarebbe morto? Cazzate!

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