TAROT: CROWS FLY BLACK
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20/01/2007A tre anni di distanza dall’ultima release tornano i Tarot di Marco Hietala con il nuovo album “Crows Fly Black”. La combriccola finlandese, attiva dal lontano 1986, ha visto in questi ultimi anni rallentare i propri ritmi di lavoro per via dei numerosi impegni del proprio frontman con i Nightwish. Ma la collaborazione di quest’ultimo con la rinomata band di Tuomas Holopainen ha dato nuove opportunità ai Tarot come l’importante avvento alla Nuclear Blast, stessa casa discografica dei Nightwish, che evidentemente confida molto nella presenza di Marco all’interno della band per incrementare le vendite. E la buona vecchia Nuclear, sembra averne buoni motivi. La band ha fatto tesoro della propria esperienza sul campo e quanto racchiuso in questo “Crows Fly Black” è la degna rappresentazione del lavoro svolto. Un songwriting nettamente più incisivo rispetto alle precedenti, futili, release ancora portabandiera del trademark tipico della band che questa volta lascia maggiormente spazio alle melodie “spettrali” della voce del proprio singer. Senza gridare al miracolo ci troviamo di fronte ad un buon disco dove le sonorità più Heavy e spigolose delle chitarre di Zachary Hietala si sposano con atmosfere più profonde e cupe capaci di colmare di pathos la scena. Tra i brani cardine di questo platter vi è “Ashes To The Stars”, dominata da un riuscito ritornello che fa capanello a quanto di buono fatto dai musicisti: dalle riuscite parti di batteria di Pecu Cinnari al portante riff di chitarra figlio dei dischi da solista di Dickinson. “Messenger Of Gods”, dominata da un ottimo riff di chitarra, l’aggressiva “Traitor” e il buon groove di “You” fanno da controparte ai riusciti episodi melodici dalla malinconica “Tides”, con la voce di Marco protagonista in tutta la sua bellezza, alla conclusiva “Grey”. Tuttavia i brani su cui lavorare ci sono ancora, pezzi nei quali i Tarot si perdono in ripetizioni e banalità, come su “Howl!”, influendo negativamente sul giudizio finale del disco. Degno di nota il lavoro fatto per le lyrics da parte di Marco con interessanti e cupe introspettive. Per i Tarot, nonostante l’età, questo “Crows Fly Black” è il disco della maturazione o, perlomeno, del definitivo orientamento musicale. Un disco tra più luci che ombre indicato a chi saprà tendere l'orecchio a certe sonorità un pò più ricercate rispetto al solito Heavy Metal.
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