STYX: BIG BANG THEORY
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19/05/2005Mi sarei aspettato molto di più dagli Styx che non la rivisitazione di un pugno di canzoni che avrebbe giocato un ruolo importante per la storia della musica. Oppure, un ruolo fondamentale per la crescita della band dato che tutti i brani risalgono al periodo '60-'70. Big Bang Theory è un album di cover a tutti gli effetti, cosa che lascia perplessi in termini di scelta considerato che la band vanta tra i membri, oltre a membri originari, anche personaggi di grosso calibro del panorama hard melodico e non solo. Parlo di gente come Ricky Phillips e Lawrence Gowan, quest'ultimo già cult-hero dell'AOR-Pomp canadese con ottimi album alle spalle. Un talo sfarzo avrebbe meritato sicuramente un impegno a livello di songwriting. Perchè, parliamoci chiaro, è questo che manca al disco, canzoni nuove che avrebbero potuto bissare la buona prova di Cyclorama di un paio di anni, e che avrebbero mostrato lo stato attuale di forma della band. Un album di cover, o un live, solitamente, vengono fuori quando il processo creativo vive una fase di stitichezza, a meno che non sia una imposizione delle case discografiche. E non credo che la Fronties sia una di quelle etichette dispostiche tali da imporre cosa una band deve registrare. Sul piano della musica credo ci sia poco da obiettare. Uno, perchè, a parte qualche solito classico(Wishing Well, Can't Find My Way Home, I Don't Need No Doctor), già molte volte "coverizzato" da differenti aritsti, i brani scelti sono abbastanza atipici per chi almeno ha vissuto di riflesso quel periodo storico(quindi nessun ammiccamento verso probabili, facili, ritorni di audience); due, le esecuzioni e gli arrangiamenti raggiungono livelli d'eccellenza tanto il disco si lascia ascoltare in scioltezza senza lo spettro del rimando; tre, elogio alla produzione che ha saputo sputare fuori un sound a metà strada tra quello vintage e quello moderno senza ricorrere all'effetto nostalgia(che senso avrebbe avuto riproporre un sound identico, oggi?).
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