WARRANT: Dirty Rotten Filthy Stinking Rich
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08/12/2010Amati ed odiati. Questo disco rappresenta il suono di Los Angeles, rappresenta ciò che Motley Crue e Poison avevano iniziato, rappresenta l'hard rock nelle classifiche di Billboard, rappresenta l'incoronazione come compositore di Jani Lane, rappresenta un bidone per le parti di chitarra. E' il 1989, la copertina è la cosa più brutta del disco, le ballad ed i due singoli sono supremi, ancora oggi attuali e godibilissimi. Il look era studiato ad arte per ammaliare le ragazzine (a partire dal biondo cantante), i brani ben strutturati, orecchiabili e di sicura presa per la gioventù di allora. Il bidone delle parti di chitarra sta nel fatto che sono state tutte suonate da Mike Slamer, straordinario chitarrista ed unico nel suo genere, ma non accreditato sul disco. Il produttore Beau Hill lo scelse per sopperire alle pecche tecniche di Joey Allen ed Erik Turner. Il singolo "Down Boys" è un gran pezzo, ottimo riff di chitarra, bellissimo pre ed inciso memorabile; sulla falsa riga "Big Talk" che aggiunge splendide armonie vocali nel ritornello e precisi intrecci di chitarra. "Heaven" è la power ballad che ha raggiunto la posizione numero 2 in classifica, intro voce e acustica di Lane, inciso paradisiaco in special modo quanto si alza di tonalità verso la fine. Sorella minore è "Sometimes She Cries" che è più elettrica ed un attimo meno incisiva; ovvio che tutti e quattro i brani sono ancora oggi al centro della set list dei loro spettacoli. "So Damn Pretty (Should Be Against The Law)" è un brano tirato e grintoso, così come "Ridin' High" e la title track che sono ottimi up tempo ben strutturati ed intelligentemente melodici. Un'operazione commerciale perfetta in tutto, sia come brani che come produzione. Quest'ultima oggi risulta troppo pulita e poco grintosa, eccesso di reverbero e quintali di chorus sulle chitarre, per allora e per le orecchie fini delle ragazzine poteva anche andare bene, oggi forse no. Dal vivo erano fantastici, i set erano studiati in ogni singolo particolare, molto macho-pose, ma molto ad effetto. Il successore 'Cherry Pie' vendette ancora di più e, per fortuna, vide un primo indurimento del suono e della produzione, peccato che oggi Jani Lane si sia perso in una bottiglia di whiskey e che abbia perso tutto il suo innato genio.
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