JIM PETERIK & WORLD STAGE: Tigress - Women Who Rock The World
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15/11/2021Eppure le note sono solo 12 se parliamo in scala cromatica, o 7 in scala diatonica. Eppure non sono molti gli artisti che superati i 70 anni (71 l'11 di novembre!!) sentono l'inesauribile necessita di esprimersi tramite la propria arte, alla continua ricerca di sfide, musicali nel nostro caso; trattasi di istinto primordiale unito a un talento fuori dal comune per quantità e qualità. E cosi Jim Peterik (Survivor, Pride of Lions, e autore per innumerevoli artisti delle ultime cinque decadi) accetta la proposta di Serafino Perugino, Presidente e mastermind in casa Frontiers, e dà vita a un nuovo capitolo targato World Stage, il terzo, intitolato 'Tigress', provando (e riuscendo) a ricamare 16 canzoni per altrettante vocalist del mondo melodic rock e non solo. Coadiuvato da una moltitudine di strumentisti special guest, la penna d'oro dell'Illinois si conferma come autore di piacevoli ed immediate canzoni pop/rock, nell'accezione ampia del termine. Chez Kane interpreta “A Cappella” magistralmente, introdotta da un giro di piano per poi trasformarsi dal refrain in un ottimo mid tempo. “Living For The Moment” riporta l'immediata semplicità degli Ides Of March, interpretata dalla vocalist dei Jefferson Starship, Cathy Richardson, che avremo il piacere di ascoltare in ben 4 tracce. Il timbro versatile della canadese Rosa Laricchiuta (Black Rose Maze) si coordina perfettamente alla riflessiva “Against the Grain”, una delle meglio riuscite dell'intero lotto. Riassaporiamo il gusto dei Survivor che furono in tracce come “From Night in Pontiac”, interpretata da Chloe Lowery, in America conosciuta per la sua costante presenza a Broadway. L’ottima ballad “Walk Like Royalty”, interpretata dalla connazionale Kimi Hayes, maestosa ed emozionale, sembra un outtake da ‘When Seconds Count’, aperta da un piano elettronico retrò, trasmette pathos pur senza brevettare alcunchè di rivoluzionario. “Sin To Believe a Lie” dimostra l’inappagabile fame melodica e le inestimabili capacità dell’ex Survivor nel trovare un’outro melodica guidata dalla chitarra solista. Nota parzialmente negativa la produzione, discontinua; paga dazio l’ovvia e ahimè moderna scelta del non essersi riuniti nello stesso studio e di aver lavorato eccessivamente a distanza. Peterik non deve in alcun modo dimostrare nulla a nessuno, il suo talento artistico è ampiamente comprovato come la sua credibilità. ‘Tigress’ è l’ennesima riprova da parte di un istituzione vivente capace di confermare da oltre 40 anni la propria inconsumabile dote come songwriter; in qualche occasione si è indubbiamente ripetuto, ai confini dell’autoplagio, ma senza mai dare all’ascoltatore il fastidioso effetto della replica, o della musica quale prodotto analitico ed asettico scritto a tavolino. Eppure le note sono solo…
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