SPIRAL 69: No Paint On The Wall
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19/04/2011Che sia la nascita di una scena neo-romantic dark wave a forti connotazioni pop con il proprio epicentro in terra capitolina? Dopo le più che convincenti prove degli Spiritual Front, e la virata verso il pop più intimista dei Klimt 1917 (il mio preferito resta 'Undressed Momento'), dalla stessa progenie vengono fuori anche gli Spiral 69 che, reduci da un tour di spalla al progetto di Stewen Hewitt (batterista dei Placebo), ci presentano il secondo parto della loro carriera. Nelle undici ballate presenti non si evidenziano cadute di tono; registrato in maniera pregevole e tutto incentrato sugli intarsi di chitarra, violino e uso glaciale del pianoforte, evidenzia soluzioni alla Nine Inch Nails (periodo 'Downward Spiral', notare la similitudine del nome della band con la seconda parola del cd in questione), arpeggi alla Cure ("No Paint On The Wall"), ormai pane quotidiano per ogni band che si avvicina al genere, sesso, disperazione e sarcasmo ("You are my best porno to play..." da "Best Porno", e "I am collecting your lies..." da "Collecting Lies"). Non lasciatevi ingannare dall'intro alla Death in June di "Berlin" perchè la caratteristica di questo brano è il trasformismo, partiture che ricordano le band citate in precedenza sono contrappuntate da un lacerante uso di pianoforte e chitarra. Le tre tracce iniziali sono il punto forte del disco, ma anche il resto appassiona in quanto il livello qualitativo si mantiene costantemente alto.
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