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SOLEFALD: RED FOR FIRE: AN ICELANDIC ODYSSEY PART 1

data

07/11/2005
85


Genere: Avantgarde Black Metal
Etichetta: Season Of Mist
Anno: 2005

I Solefald hanno sempre rappresentato nell'avantgarde-black norvegese, in combutta con gli Arcturus, il lato più sperimentale e folle; dischi come "Neonism" o "Pills Against The Ageless Ills" hanno squarciato come lame affilate l'intero concetto di avantgarde-black e "In Harmonia Universali" ha rappresentato la sublimazione di un concetto di progressive e sperimentazione portato ai suoi limiti estremi. Oltre ciò era impossibile andare e gli stessi Solefald se ne sono resi conto: per progredire ancora bisognava "regredire"; non a caso Lazare anticipava l'uscita del nuovo cd dichiarando che se fino a quel momento i Solefald avevano sperimentato mentre tutti andavano verso il black più puro, ora che tutti sperimentavano i Solefald ritornavano al black più crudo ed epico. Ecco quindi che con un concept figlio della più fiera tradizione vichinga, il duo norvegese ritorna sul mercato con "Red For Fire: An Icelandic Odyssey Part 1", primo capitolo di un'opera suddivisa in due parti, la cui seconda è attesa per la primavera 2006. Il nuovo cd dei Solefald è in effetti un deciso ritorno alle radici black, anche se il riferimento non sono portabandiera come Darkthrone o Mayhem, quanto gli Enslaved dell'epico e progressivo "Eld"e soprattutto del capolavoro "Isa" dello scorso anno. In effetti il ritorno al viking black più fiero ed epico è interpretata dai Solefald sempre attraverso la loro vena progressiva e sperimentale, proprio in una rilettura di quanto fatto sia in passato, sia in tempi recenti dagli Enslaved. Il biglietto da visita dei nuovi Solefald è "Survival Of The Outlaw" un brano intenso e guerresco, che mostra un viking black dai suoni raffinati e dalla corposità quasi thrash; a predominare qui, come nel resto dei brani, è la voce aspra di Cornelius pur sempre accompagnata dalle vocals algide e pulite di Lazare; per tutta la durata del disco a dettar legge sono ritmi sostenuti, inframezzati da aperture melodiche maestose ingigantite dall'uso di violino,violoncello e sassofono, che sottolineano una vena progressiva appena accenata. Come al solito Lazare e Cornelius si occupano di quasi tutta la parte strumentale, avvalendosi di ospiti come Sareta (Ram Zet, Asmegin) al violino e Aggir Frost Peterson alle female vocals, quest'ultima autentica musa vocale nella parentesi eterea rappresentata dalla stupenda "White Frost Queen". Ma "Red For Fire" è soprattutto un disco "guerriero" quindi a primeggiare nella track list sono gli attacchi al fulmicotone di "Where The Birds Have Never Been" e "Crater Of The Valkyries", quest'ultima un autentico monumento sonoro sospeso tra viking black e sperimentazione. Completa il tutto un'ottima produzione, anche se forse troppo pulita e "perfettina" per un disco che vorrebbe essere un ritorno alle radici black. In ogni caso si tratta dell'ennesimo centro pieno per i Solefald, che non raggiunge l'eccellenza per il senso d'incompletezza che lascia la mancanza della seconda parte dell'opera, ma anche il fatto che questo "Red For Fire" sia stato preceduto da un capolavoro assoluto come "Isa" un disco che in questo campo ha fatto terra bruciata attorno a se. In ogni caso per fans, amanti dell'avantgarde-black norse e curiosi, un acquisto obbligato, difficilmente in questo periodo uscirà di meglio nell'ambito di questo genere.

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