SODOM: CODE RED
data
12/05/2005Il qui presente disco dei Sodom, “Code Red”, potrebbe tranquillamente rappresentare una sorta di rinascita per il terzetto; il platter infatti segue un periodo non troppo roseo per la band capitanata da Tom Angelripper, ricolmo di un best of, un live e due dischi assolutamente mediocri come “Masquerade In Blood” e “Til Death Do Us Unite”. “Code Red” segna invece un ritorno alle crudissime atmosfere a cui la band ci ha abituato fin dall’esordio, condendo il tutto con un’aggressività senza pari che per certi versi ricorda un po’ la furia cieca, anche se vagamente pleonastica, del vecchio “Tapping The Vein”. La title track che apre il lavoro spiana con forza la sua strada come un missile impazzito nel quale fa piacere constatare come la forma della band sia decisamente buona: una prova vocale di Angelripper sopra le righe, un riffing di alto livello e un drumwork inarrestabile ad opera di Bobby costituiscono l’impasto sonoro che dispensa sane mazzate durante tutto il corso del disco. I Sodom si confermano abili anche nel tessere micidiali mid-tempo senza la foga di premere sull’acceleratore, si veda “Tombstone”, mentre ciò gli riesce meglio sono chiaramente le tipiche cavalcate thrash egregiamente rappresentate da “The Vice Of Killing”, probabilmente il brano migliore del lotto e non a caso tuttora presente nella stragrande maggioranza dei concerti tenuti dalla band. Il solito Harris Johns ci mette il suo zampino per far risaltare i suoni grezzi che escono dagli strumenti, senza esagerare sul versante 80’s ma ottenendo una produzione tutto sommato al passo coi tempi. In attesa di quella che sarà l’entusiasmante ‘rinascita completa’ (chiamiamola così va) con il seguente “M-16”, avvenuta un paio di anni più tardi. Insomma “Code Red” è un disco di qualità, adattissimo per farvi del male da soli o in compagnia, del resto i Sodom sono qui da vent’anni per quello, dovremo pure accontentarli…
Commenti