SHY: SUNSET AND VINE
data
07/02/2005Con "Sunset And Vine" gli Shy confermano e allo stesso tempo rafforzano la loro schiacciante superiorità su gran parte delle band attualmente in circolazione
in ambito AOR e Melodic Rock(ma non solo se come il sottoscritto s'intendono le etichette soltanto un modo per dare un indizio a chi s'appresta all'ascolto).
Tony Mills e Steve Harris ancora una volta hanno partorito un coarcevo di melodie indimenticabili e di arrangiamenti sopraffini gestiti da una classe e da un
gusto melodico che lasciano di stucco da quanto sono imponenti. E come se non bastasse, sia Tony, in forma stratosferica, sia Steve, orami diventato un chitarrista
modello, un'inarrestabile catena di montaggio di assoli che mette i brividi, danno prova di grande umiltà e onestà lavorando in punta di piedi come se
il glorioso passato non fosse mai esistito, lavorando sodo tenendo a bada solo la Musica e senza dover dimostrare più niente a nessuno.
Grande prova, grande disco, eccezionale affiatamento e produzione iper-cristallina, "Sunset And Vine"
fin da adesso aspira a diventare un must per l'anno corrente anche se appena iniziato(sarà difficile anche solo eguagliarlo), un classico della discografia della
band(uhm, ma quale disco degli Shy con Mills alla voce non è un classico?).
I brani sono come sempre vari, passano dall'energia pura a momenti riflessivi, ad altri che si piazzano nel bel mezzo di entrambe le estremità. E da questo
"mezzo" viene fuori la song più entusiasmante del disco, "I'll Be Home Tonight", melodico, malinconico, struggente down-tempo che sfocia in un lungo assolo
di chitarra che stimola con dolce prepotenza le ghiandole lacrimali, e momento in cui Harris sventola tutta la sua passione per il Gary Moore ottantiano(passione
che si rinnova nel brano conclusivo quando il nostro riprende un breve bridge strumentale di "The Loner").
C'e anche una piccola novità rispetto al lavoro precedente, sia in termini di line-up, sia in fatto di sound: l'ingresso
in formazione di Ian Richardson, secondo chitarrista quasi esclusivamente impegnato alla chitarra acustica con cui accompagna anche i pezzi più "duri". Una variazione sul tema che non destruttura le canzoni, ma che dona
un certo effetto elettroacustico alle composizioni di grande fascino. Questo per certi versi giustifica anche la scelta degli Shy di indirizzare la propria produzione verso la predominanza della sei corde a discapito delle tastiere, in precedenza molto più presenti ed "importanti".
"Sunset And Vine" è un disco longevo, non stanca anche dopo innumerevoli ascolti(nonostante i brani abbiamo una durata sopra la media, e nonostante qualcuno avrà sicuramente da ridire a tal proposito), ed è un disco prezioso che ascolto dopo ascolto svela particolari inaspettati, emozioni nascoste e suggestioni profonde.
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