SEPTICFLESH: Codex Omega
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09/09/2017I Septicflesh proseguono nell’attività di perfezionamento della fusione tra il death metal, le sinfonie e tutto ciò che sta in mezzo (gothic doom, black metal, elettronica); l’opera equivale ad una rappresentazione cinematografica che verte sul confronto tra il bene ed il male, tra il divino ed il diabolico, avendo come punto di osservazione il vertice di una montagna per meglio notare le differenze tra la grandiosità del bene e le atrocità del male. Il decimo lavoro dei symphonic deathster si presenta in tutta la sua tracotante magniloquenza e pomposità, non nell’accezione negativa della definizione perché il death metal e la parte sinfonica si spartiscono la ribalta del palcoscenico creando il perfetto climax da film epico in cui le armate di Sparta avanzano senza sosta, mietendo vittime al loro passaggio. Copiosi saranno coloro che cadranno ai piedi dei greci che, senza l’uso della forza, ma con una delle arti più nobili, la musica, sapranno catturare l’attenzione anche di chi non è avvezzo a sonorità estreme. Logica prosecuzione di quell’altro monolite operistico e lavoro sublime che fù 'The Great Mass', 'Codex Omega' è sinfonicamente meno infernale ed imperioso (tralasciando il mezzo passo falso di “Titan”), si dispiega più maestoso, più imponente, maggiormente coeso, cioè la componente metal ha il sopravvento su quella sinfonica (grazie all’orchestra filarmonica di Praga, ormai parte integrante del progetto), senza ridurre quest’ultima a mero accompagnamento, ma riservandole interventi mirati e per questo più efficaci. Evidenziare un brano piuttosto che un altro è come consigliare di vedere un film saltando da una scena all’altra senza soluzione di continuità, se ne perderebbe il filo logico, perciò ascoltate il disco in tutto il suo fluire. Un'altra perla nella loro carriera.
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